Pensioni con riscatto degli anni di studio, conviene farlo o meno? Ecco la risposta

Cosa si guadagna sulle pensioni con il riscatto degli anni di studio? Ecco se conviene o meno il riscatto della laurea.
3 settimane fa
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pensioni e riscatto
Foto © Investireoggi

Anticipare la pensione, riuscendo a maturare il trattamento prima del raggiungimento dell’età pensionabile, ma anche aumentare l’importo della pensione futura: sono queste le due principali motivazioni che potrebbero spingere i contribuenti ad adottare una delle soluzioni più utili per centrare entrambi gli obiettivi, ovvero il riscatto degli anni di studio.

Parliamo in particolare del riscatto della laurea, uno strumento che molti considerano prezioso. Ma è davvero così conveniente? Ecco il parere dei nostri esperti e cosa occorre valutare con attenzione prima di passare dalla semplice intenzione ai fatti concreti.

Pensioni con riscatto degli anni di studio: conviene farlo o meno? Ecco la risposta

Il più delle volte, quando un contribuente raggiunge una certa età, emergono due preoccupazioni fondamentali legate alla pensione:

  1. Quando potrò andare in pensione e con quali requisiti?

  2. Quanto potrò percepire di pensione dopo tutti gli anni di contributi versati?

Si tratta di preoccupazioni comuni a moltissime persone, soprattutto in un sistema previdenziale come il nostro, che è complesso e incerto e non offre certezze assolute su nessuno dei due fronti.

Il riscatto della laurea: come funziona?

Oggi parliamo del già citato riscatto della laurea, che – se ben utilizzato – consente non solo di anticipare l’uscita dal lavoro, ma anche di ottenere un trattamento più elevato. Attraverso il riscatto, infatti, è possibile recuperare fino a 5 anni di contributi aggiuntivi validi per la pensione.

E quando diciamo “validi”, lo intendiamo in senso completo: i contributi riscattati contano sia ai fini del diritto alla pensione, sia per il calcolo dell’importo da percepire.

La laurea deve essere stata conseguita, altrimenti la pensione non viene agevolata

Il riscatto del percorso universitario è possibile solo se il corso di studi si è concluso con il conseguimento del titolo.

Questo è il primo vincolo da rispettare: non è ammesso riscattare anni di studio non terminati con la laurea.

In sintesi, il riscatto serve a trasformare periodi non coperti da contribuzione in periodi pienamente validi ai fini pensionistici. Ma c’è un altro aspetto cruciale: si tratta di un’operazione onerosa, totalmente a carico del contribuente.

In pratica, per valorizzare gli anni di studio e convertirli in contributi utili, è necessario versare un corrispettivo che può anche essere considerevole. Ecco perché è fondamentale valutare con attenzione il rapporto costi-benefici dell’intera operazione.

Per le pensioni tutti possono presentare domanda di riscatto della laurea

Il riscatto non fa alcuna distinzione tra contribuenti: è accessibile a tutti coloro che abbiano conseguito una laurea, un diploma di laurea, una specializzazione o un dottorato di ricerca.

Attenzione però: il periodo di studi può essere riscattato solo se non è già coperto da altra contribuzione. Ad esempio, uno studente lavoratore che ha versato contributi durante gli anni universitari non potrà riscattare quei periodi.

Il riscatto può essere richiesto sia da chi deve ancora andare in pensione, sia da chi è già in pensione (in quest’ultimo caso, solo per aumentare l’importo del trattamento). È inoltre accessibile sia a chi è già iscritto all’INPS, con contributi versati, sia a chi deve ancora iniziare la propria posizione contributiva.

Il calcolo dell’onere del riscatto: ecco la guida

Il costo del riscatto, come detto, è a carico del richiedente, ma non è uguale per tutti. Esistono infatti due modalità principali: riscatto ordinario e riscatto agevolato.

Nel riscatto ordinario, il calcolo dipende dal periodo in cui si è svolto il percorso universitario. La soglia di riferimento è il 1996:

  • se gli anni di studio sono antecedenti al 1996, il calcolo avviene con il sistema retributivo, cioè si moltiplica il beneficio economico (la differenza tra pensione con e senza riscatto) per coefficienti variabili, in base all’età del richiedente e alla sua anzianità contributiva;

  • se invece gli anni sono successivi al 1996, si utilizza il sistema contributivo: si prende a riferimento l’ultimo stipendio percepito e si applica l’aliquota contributiva del fondo di riferimento. Per esempio, nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) l’aliquota è del 33%, mentre nel fondo artigiani e commercianti è del 24%.

Infine, c’è il riscatto agevolato, che prevede un importo fisso e contenuto, ma è riservato solo ai periodi successivi al 1996 oppure, se anteriori, obbliga a scegliere il sistema contributivo – opzione spesso meno favorevole per il calcolo della pensione.

Pensioni, riscatto della laurea: agevolazioni fiscali e pagamento a rate

Il riscatto può comportare costi rilevanti, soprattutto per chi desidera riscattare tutti e 5 gli anni ammessi dalla normativa.

Tuttavia, sono previste agevolazioni. Ad esempio, l’onere può essere versato a rate, fino a un massimo di 120 rate mensili, cioè 10 anni. La scelta tra pagamento in un’unica soluzione o rateizzazione spetta al diretto interessato.

Inoltre, gli importi versati in un determinato anno possono essere portati in deduzione fiscale l’anno successivo. Ciò significa che l’importo pagato può essere sottratto dal reddito imponibile, abbassando l’importo su cui si calcola l’IRPEF e le relative addizionali.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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