Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha reso pubblico, il 10 ottobre 2025, un documento di analisi che illustra le principali linee del Disegno di Legge di Bilancio per il 2026. Il testo mette in evidenza le misure dedicate al mondo del lavoro, al potenziamento dei redditi da occupazione, alla contrattazione collettiva e, soprattutto, agli interventi in materia di pensioni e politiche sociali.
L’obiettivo è quello di garantire continuità alle misure già avviate nel 2025, confermando strumenti che hanno avuto un ruolo centrale nel sostenere lavoratori e lavoratrici prossimi al pensionamento.
Pensioni: proroga di Opzione Donna
Tra le misure più attese vi è la proroga di Opzione Donna, che resterebbe in vigore anche nel 2026.
Questo strumento, già rinnovato nella Legge di Bilancio 2025, consente oggi alle lavoratrici di andare in pensione prima dell’età ordinaria, purché rispettino determinati requisiti anagrafici, contributivi e soggettivi.
Secondo le disposizioni in vigore, possono accedere alla pensione anticipata le donne che, entro il 31 dicembre 2024, abbiano compiuto almeno 61 anni e possano vantare 35 anni di contributi. Tuttavia, la norma prevede una riduzione del requisito anagrafico per chi ha figli: un anno in meno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.
In pratica, una lavoratrice con due figli potrà andare in pensione a 59 anni, mentre una con un solo figlio potrà farlo a 60, mantenendo in entrambi i casi l’anzianità contributiva minima di 35 anni.
Le condizioni necessarie per accedere a Opzione Donna
La misura non si limita ai requisiti di età e contributi. Per usufruirne, la lavoratrice deve trovarsi in una delle seguenti situazioni:
- assistenza a un familiare disabile grave: deve assistere, da almeno sei mesi, un coniuge, parte dell’unione civile o parente di primo grado convivente con handicap grave ai sensi della legge 104/1992.
In alternativa, può assistere un parente o affine di secondo grado convivente, se i familiari più prossimi (genitori, coniuge o partner civile della persona disabile) hanno compiuto 70 anni, sono anch’essi invalidi, oppure sono deceduti o mancanti;
- invalidità personale: deve avere una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%, accertata dalle commissioni mediche competenti;
- crisi aziendale: deve essere una lavoratrice dipendente o licenziata da aziende per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi presso la struttura per la crisi d’impresa, secondo quanto previsto dalla legge 296/2006.
Opzione Donna, dunque, continuerebbe a rappresentare una forma di tutela importante per le lavoratrici in condizioni di difficoltà, con l’intento di garantire un’uscita dal lavoro più flessibile e rispettosa delle diverse situazioni personali e familiari.
Quota 103: conferma dell’uscita con 62 anni e 41 di contributi
Il Disegno di Legge di Bilancio 2026 prevedrebbe anche la conferma di Quota 103 nella versione 2025, il meccanismo che consente di andare in pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi.
Questa misura, introdotta dopo Quota 100 e 102, per rendere più graduale il passaggio verso l’età pensionabile ordinaria, verrebbe, quindi, prorogata anche per il prossimo anno. Se tutto sarà confermato, la pensione con Quota 103, rappresenterà ancora un’opzione interessante per i lavoratori che hanno iniziato presto la carriera contributiva e che, pur non avendo ancora raggiunto l’età prevista per la pensione di vecchiaia, desiderano anticipare l’uscita.
APE Sociale: sostegno per chi svolge lavori gravosi o si trova in difficoltà
Accanto a Quota 103, il Governo sceglierebbe di rinnovare l’APE Sociale per tutto il 2026. Si tratta di un’indennità economica che accompagna fino alla pensione di vecchiaia i lavoratori in situazioni di particolare fragilità o impiegati in attività usuranti. Rientrano tra i beneficiari, ad esempio, i disoccupati, i caregiver che assistono familiari disabili e i lavoratori che svolgono mansioni faticose o rischiose.
L’APE Sociale continuerebbe, dunque, a rappresentare una forma di aiuto concreta per chi non riesce più a proseguire il lavoro per motivi di salute, età o condizioni familiari complesse, garantendo un reddito fino al raggiungimento dei requisiti pensionistici ordinari.
Pensioni 2026: un sistema previdenziale in continuità
Nel complesso, il Disegno di Legge di Bilancio 2026 mostrerebbe la volontà del Governo di mantenere una linea di continuità nelle politiche previdenziali, evitando bruschi cambiamenti che potrebbero creare incertezze.
Sul fronte pensioni, la conferma di misure come Opzione Donna, Quota 103 e APE Sociale dimostrebbe un’attenzione particolare verso le categorie più vulnerabili del mercato del lavoro, ma anche la consapevolezza della necessità di intervenire gradualmente sul sistema delle pensioni.
Le prossime discussioni parlamentari potranno fornire ulteriori dettagli e chiarimenti, ma la direzione appare chiara: consolidare gli strumenti esistenti per garantire maggiore flessibilità e protezione sociale, senza compromettere la sostenibilità del sistema previdenziale.
Riassumendo
- Il DDL Bilancio 2026 confermerebbe misure chiave sulle pensioni e politiche sociali.
- Proroga Opzione Donna con requisiti ridotti per età, figli e contributi.
- Accesso riservato a lavoratrici con invalidità, crisi aziendale o assistenza familiare.
- Rinnovo Quota 103: pensione con 62 anni d’età e 41 di contributi.
- Conferma di APE Sociale per chi svolge lavori gravosi o vive situazioni difficili.
- Il Governo punterebbe su continuità e flessibilità nel sistema pensionistico.

