Il panorama delle pensioni in Italia continua a cambiare rapidamente, soprattutto per quanto riguarda le pensioni anticipate, che nell’anno precedente l’attuale hanno registrato un significativo calo rispetto agli anni passati. I dati ufficiali diffusi dall’INPS attraverso il Rendiconto Sociale, presentato, in questi giorni, a Roma dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV), offrono un quadro dettagliato della situazione previdenziale italiana e delle tendenze in atto.
Il quadro generale dei pensionati italiani
Nel nostro Paese i pensionati che percepiscono un trattamento dall’INPS sono oltre 15,3 milioni, con una leggera prevalenza femminile. Le donne titolari di pensione sono infatti 7.989.
845, mentre gli uomini sono 7.378.121. Tra questi, 884.311 persone ricevono l’assegno sociale, un sostegno destinato a chi si trova in condizioni economiche particolarmente difficili.
Inoltre, 2.960.774 cittadini beneficiano dell’assegno di accompagnamento o della pensione di invalidità civile, strumenti fondamentali per chi vive situazioni di disabilità o non autosufficienza.
Questi numeri mostrano come il sistema previdenziale italiano continui a rappresentare una colonna portante dello Stato sociale, sostenendo milioni di famiglie. Tuttavia, all’interno di questo quadro ampio e complesso, emerge un segnale evidente: le pensioni anticipate sono in netto calo.
Pensioni anticipate: un 2024 di forti riduzioni per Opzione donna
Il 2024 segna un punto di svolta per il sistema delle pensioni anticipate. La diminuzione delle nuove pensioni di questo tipo è legata ai più recenti interventi normativi, che hanno reso l’accesso ai vari meccanismi più rigido rispetto al passato.
In particolare, si registra una drastica contrazione per Opzione Donna, una misura pensata per consentire alle lavoratrici di andare in pensione prima, accettando però un ricalcolo dell’assegno con il metodo contributivo.
Se nel 2022 le beneficiarie erano 26.427, nel 2024 il numero si è ridotto a 4.784, un crollo che evidenzia quanto le nuove condizioni introdotte abbiano limitato le possibilità di accesso.
Anche Quota 103 e Ape sociale in crollo
Una situazione analoga riguarda le cosiddette Quote, formule introdotte per anticipare il pensionamento in base alla somma tra età anagrafica e anni di contributi. Dopo il successo di Quota 100, che nel 2021 aveva portato alla liquidazione di ben 112.982 assegni, il quadro è radicalmente cambiato. Con l’arrivo di Quota 103, molto più restrittiva e con il calcolo interamente contributivo, nel 2024 si sono contate appena 1.154 pensioni liquidate. Una contrazione che mostra chiaramente la perdita di attrattiva di questo strumento.
Anche altre misure hanno subito un ridimensionamento. L’Ape Sociale, pensata per favorire l’uscita anticipata di lavoratori in condizioni di difficoltà, è passata da 19.461 a 17.429 trattamenti. Una riduzione si osserva anche per i lavoratori precoci, che nel 2024 sono scesi da 11.133 a 8.645 beneficiari. L’unico dato in controtendenza riguarda le pensioni per lavori usuranti, aumentate da 1.856 a 2.249, segno che questa categoria mantiene una certa vitalità, probabilmente per la natura particolarmente gravosa delle attività coinvolte.
Pensioni anticipate, le prospettive per il 2026: resta solo Ape sociale
Il futuro delle pensioni anticipate sembra destinato a ulteriori cambiamenti. Nella manovra di bilancio per il 2026, approvata dal Governo il 17 ottobre 2025, è stata inserita soltanto la proroga dell’Ape Sociale.
Invece, nessuna proroga 2026 prevista per Quota 103 e per Opzione Donna, che quindi rischiano di concludere la loro esperienza il 31 dicembre 2025.
Se la legge di bilancio verrà confermata nei suoi contenuti attuali, dal 1° gennaio 2026 l’unica possibilità di pensionamento anticipato resterà proprio l’Ape Sociale, destinata a sopravvivere alle altre formule. Per le altre due categorie, invece necessario attendere l’età ordinaria di pensionamento (pensione vecchiaia). O i requisiti per la pensione anticipata ordinaria.
Questa scelta del Governo va interpretata nel quadro più ampio della sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale. Negli ultimi anni, infatti, l’esigenza di contenere la spesa pubblica ha portato a una progressiva riduzione delle vie di uscita anticipata, privilegiando soluzioni mirate e temporanee rispetto a riforme strutturali di lungo periodo.
Riassumendo
- Nel 2024 forte calo delle pensioni anticipate rispetto agli anni precedenti.
- Opzione Donna e Quota 103 registrano un drastico crollo di adesioni.
- Ape Sociale e pensioni per lavoratori precoci diminuiscono leggermente.
- In aumento solo le pensioni per lavori usuranti.
- La manovra 2026 proroga solo l’Ape Sociale, stop per Quota 103 e Opzione Donna.