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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensione a 65 anni ed 8 mesi pure nel 2026, ecco gli altri requisiti

Chi può andare in pensione a 65 anni e 8 mesi di età oppure aspettare i 67 anni godendo di arretrati fino a 16 mesi.
2 mesi fa
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Di misure che consentono di andare in pensione prima nel sistema previdenziale italiano ce ne sono diverse, e molte di esse sono poco conosciute dai contribuenti. Alcune, pur essendo note, nascondono al loro interno vantaggi che permettono di anticipare l’uscita con un discreto margine rispetto ai requisiti ordinari, purché si soddisfino determinate condizioni.

Perfino una misura classica come la pensione di vecchiaia può offrire benefici particolari a determinate categorie di lavoratori. In alcuni casi, infatti, è possibile accedervi prima dei 67 anni, addirittura a 65 anni e 8 mesi. In alternativa, per chi non ha sfruttato questa possibilità, esiste l’opzione di chiedere una decorrenza anticipata, ottenendo così arretrati anche significativi sulla pensione.

Pensione a 65 anni e 8 mesi anche nel 2026: ecco gli altri requisiti

La pensione di vecchiaia ordinaria è la prestazione riconosciuta, su domanda, ai soggetti che hanno raggiunto l’età pensionabile vigente e che possono contare su almeno 20 anni di contributi.

Per chi ha il primo accredito contributivo successivo al 31 dicembre 1995, è inoltre richiesto che la pensione maturata non sia inferiore all’importo dell’assegno sociale. Tuttavia, proprio per questa categoria di lavoratori si presenta un notevole vantaggio: la possibilità, per le lavoratrici che hanno avuto figli, di andare in pensione già a 65 anni e 8 mesi.

Questo perché ogni figlio comporta un anticipo sull’età pensionabile, un beneficio che può riguardare anche la sola decorrenza della prestazione per chi non abbia sfruttato altre forme di anticipo.

Diversi i vantaggi per le donne con figli

Le lavoratrici con figli godono di agevolazioni significative in campo previdenziale. I figli rappresentano infatti un fattore premiale in diverse misure pensionistiche.

Un esempio è la pensione anticipata contributiva: chi vuole uscire a 64 anni di età con 20 anni di contributi (e rientra nel sistema contributivo puro) deve percepire una pensione pari ad almeno tre volte l’assegno sociale. Tuttavia, per le donne con figli, la soglia richiesta si riduce:

  • con un figlio, basta una pensione pari a 2,8 volte l’assegno sociale;
  • con due figli, la soglia scende a 2,6 volte;
  • con tre o più figli, si può accedere con requisiti ulteriormente agevolati.

I figli incidono anche sull’età di uscita con Opzione Donna riservata a caregiver e invalide:

  • l’età ordinaria di uscita è 61 anni con 35 anni di contributi;
  • con un figlio, si può uscire a 60 anni;
  • con due o più figli, a 59 anni.

Pensione a 65 anni e 8 mesi oppure arretrati

Tornando al vantaggio sulla pensione di vecchiaia, per una lavoratrice del sistema contributivo (cioè con primo versamento successivo al 1995) ogni figlio comporta uno “sconto” di 4 mesi sull’età pensionabile.

In pratica:

  • con un figlio, si può andare in pensione a 66 anni e 8 mesi;
  • con due figli, a 66 anni e 4 mesi;
  • con tre figli, a 66 anni;
  • con più di tre figli, si raggiunge il massimo vantaggio: 65 anni e 8 mesi.

Chi non ha usufruito di questo beneficio può comunque recuperare in seguito. Se, ad esempio, una lavoratrice va in pensione a 67 anni, può chiedere che l’INPS ricalcoli la decorrenza della pensione in base al numero di figli, ottenendo così arretrati fino a 16 mesi.

In sostanza, pur andando in pensione a 67 anni, si può richiedere che la prestazione decorra retroattivamente, con accredito degli importi arretrati spettanti.

Le controindicazioni di questo vantaggio

Come sempre, anticipare la pensione comporta anche alcune penalizzazioni economiche. La pensione a 65 anni e 8 mesi riguarda infatti soggetti nel sistema contributivo puro, dove l’importo dipende dal montante contributivo accumulato e dai coefficienti di trasformazione.

Poiché questi coefficienti diminuiscono al diminuire dell’età di uscita, anticipare la pensione riduce l’importo mensile. Uscendo a 65 anni e 8 mesi, la pensione risulta quindi più bassa rispetto a quella maturata a 67 anni.

Tuttavia, c’è un vantaggio alternativo per le lavoratrici con figli, previsto dalla riforma Dini.

  • Chi ha uno o due figli può chiedere che la pensione, pur liquidata a 67 anni, venga calcolata con il coefficiente dei 68 anni, più favorevole.
  • Chi ha più di due figli può invece richiedere il calcolo con il coefficiente dei 69 anni, ancora più vantaggioso.

In entrambi i casi, il risultato è una pensione più alta a parità di età di uscita. A conferma di come la maternità continui a rappresentare un valore riconosciuto anche in ambito previdenziale.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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