E, alla fine, non ci sono grosse novità dal punto di vista pensionistico per il 2026. Tutto ciò che si era detto e che sembrava in procinto di essere introdotto nel sistema non c’è. Niente flessibilità, nessun passaggio da quota 103 a quota 41 e così via.
A meno di stravolgimenti nel passaggio parlamentare della legge di Bilancio, con i vari emendamenti, il 2026 si aprirà con le stesse misure pensionistiche di quest’anno. In barba a chi sperava in una riforma strutturale delle pensioni o in nuovi canali di uscita più vantaggiosi.
Arrivano quindi le conferme di molte misure già esistenti, conferme non scontate, ma anche l’assenza di quei correttivi che si pensava dovessero essere inseriti e che, almeno per ora, non trovano spazio nel pacchetto pensioni della legge di Bilancio.
Pensione a 59 anni confermata nel 2026, ma la data chiave resta il 31 dicembre 2025
Se molti italiani oggi provano delusione sul fronte previdenziale, la causa va ricercata nelle dichiarazioni di diversi esponenti politici negli ultimi mesi, in particolare Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro.
Il noto esponente leghista aveva annunciato che nel 2026 il governo avrebbe voluto introdurre la pensione per tutti a 64 anni con 25 anni di contributi, utilizzando il TFR per favorire l’accesso e raggiungere una pensione pari a tre volte l’assegno sociale.
Aveva inoltre dichiarato l’intenzione di confermare e potenziare Opzione Donna, tema su cui si concentra il nostro approfondimento odierno.
La pensione con il regime sperimentale di Opzione Donna viene infatti confermata anche per il 2026, almeno secondo quanto emerge dalla legge di Bilancio approvata dal Consiglio dei Ministri e illustrata in conferenza stampa.
Nessun rafforzamento, nonostante la misura venga ormai considerata un flop dal punto di vista delle adesioni.
Ma allora, nel 2026, che tipo di pensione potranno ottenere le lavoratrici con Opzione Donna? E chi potrà ancora usufruire di questo canale?
Ecco le lavoratrici incluse in Opzione Donna 2026
L’idea di un rafforzamento di Opzione Donna nasceva dalla constatazione che la misura, per come si è evoluta, è rimasta appetibile solo per poche lavoratrici.
In origine, Opzione Donna consentiva di uscire dal lavoro con 35 anni di contributi e 58 anni di età (per le dipendenti), accettando un calcolo interamente contributivo dell’assegno, quindi meno favorevole.
Per le autonome, l’età richiesta era 59 anni.
All’inizio, non c’erano limiti particolari: tutte le lavoratrici dipendenti, pubbliche o private, e tutte le autonome potevano accedere alla misura.
Con il tempo, però, la platea si è ristretta e la misura è diventata più complessa da sfruttare. Il previsto intervento di revisione per il 2026 avrebbe dovuto allargare di nuovo i criteri di accesso, ma così non è stato.
Oggi, Opzione Donna resta caratterizzata da età più alte, identiche penalizzazioni economiche e una platea fortemente ridotta.
Questi sono i motivi del suo calo di popolarità, e saranno gli stessi che ne segneranno la sorte anche nel 2026.
Opzione Donna confermata nel 2026: ecco come rimane la pensione
Nel 2026, Opzione Donna manterrà gli stessi requisiti attuali, sia anagrafici che contributivi: 59 anni di età e 35 anni di versamenti, da maturare entro il 31 dicembre 2025 per poter accedere alla pensione nel 2026.
Resta inoltre la finestra mobile di 12 mesi per la decorrenza del trattamento pensionistico.
Allo stato attuale, permangono anche le limitazioni nella platea delle beneficiarie, che includono:
- lavoratrici licenziate o occupate in aziende in crisi con tavoli di risoluzione aperti presso il governo;
- lavoratrici invalide con un’invalidità pari o superiore al 74%;
- caregiver, ma solo se madri di due o più figli.
Per le invalide e caregiver con un solo figlio o senza figli, l’età anagrafica richiesta sale, sempre da maturare entro il 31 dicembre 2025:
- 60 anni per chi ha un solo figlio;
- 61 anni per chi non ne ha.
Per le caregiver, inoltre, il familiare disabile grave da assistere deve essere convivente da almeno sei mesi con la richiedente.
In conclusione, anche nel 2026 Opzione Donna rimane invariata, una misura ormai ridotta e selettiva, che continua ad offrire un canale di uscita anticipata, ma solo a poche categorie di lavoratrici.