Nel terzo trimestre del 2025 il panorama delle partite IVA italiane mostra un rallentamento generale. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), sono state avviate 92.808 nuove partite IVA, registrando un calo del 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2024. Si tratta di un dato che, pur segnalando una flessione, nasconde andamenti diversi tra categorie, territori e settori produttivi.
Nuove partite IVA 2025: persone fisiche e società di capitali in aumento
L’analisi delle nuove aperture evidenzia un quadro eterogeneo. Le persone fisiche mostrano una crescita dell’1,6%, segno che molti lavoratori autonomi continuano a puntare sull’attività indipendente come forma di reddito e flessibilità.
In aumento anche le società di capitali, che fanno registrare un incremento del 4,1% rispetto al 2024, segnale di una buona vitalità imprenditoriale in ambito societario.
Diversa la situazione per le società di persone, che subiscono un calo del 6,1%, proseguendo una tendenza ormai consolidata negli ultimi anni. Ancora più marcato il crollo delle aperture da parte di soggetti non residenti, che diminuiscono dell’85,5%. Tuttavia, quest’ultima categoria rappresenta meno dell’1% del totale, e quindi incide marginalmente sul dato complessivo.
Forte disomogeneità territoriale
Il confronto regionale mostra come il fenomeno delle nuove partite IVA non sia uniforme nel Paese. Alcune aree del Sud Italia registrano segnali positivi, mentre le regioni più industrializzate evidenziano un rallentamento.
Le crescite più consistenti si osservano in Molise (+20,5%), Sicilia (+18,2%) e Calabria (+10,1%), territori che mostrano una vivace dinamicità, probabilmente favorita da nuove iniziative locali e incentivi alle microimprese. Al contrario, si segnalano riduzioni importanti in Lombardia (-17,3%), nella Provincia autonoma di Trento (-10,7%) e nel Lazio (-10,3%).
Questi cali possono riflettere una fase di consolidamento dopo anni di forte espansione, o l’effetto delle incertezze economiche che incidono maggiormente nei contesti più competitivi.
Professioni e servizi alla persona trainano le nuove aperture
Guardando alla distribuzione per settore produttivo, le attività professionali si confermano al primo posto con il 16,2% delle nuove partite IVA. Subito dietro si trovano il commercio (14,2%), le attività legate alla salute e all’assistenza sociale (10,5%) e le costruzioni (9,6%).
Nel complesso, i dieci settori principali rappresentano oltre l’83% delle nuove aperture. Tuttavia, non mancano variazioni significative rispetto all’anno precedente. Il commercio subisce un calo drastico del 34,1%, in parte dovuto anche al passaggio alla nuova classificazione ATECO 2025, che ha modificato alcuni criteri di rilevazione. Al contrario, crescono in modo deciso le attività nel campo della salute e dell’assistenza sociale (+19,5%) e quelle legate all’istruzione e formazione (+19,2%), segno di un interesse crescente verso i servizi alla persona e all’educazione. Anche il settore dei servizi di alloggio e ristorazione mostra un buon andamento (+12,5%), mentre l’agricoltura registra una flessione del 13,8%.
Regime forfettario in continua crescita tra le nuove partite IVA
Un dato particolarmente rilevante riguarda l’adozione del regime forfettario, scelto da 46.375 contribuenti, circa la metà di tutte le nuove partite IVA aperte nel trimestre. L’incremento del 6% rispetto al 2024 conferma l’attrattiva di questa modalità fiscale, pensata per semplificare gli adempimenti e ridurre la pressione fiscale su professionisti e microimprese.
Il forfettario continua dunque a rappresentare un pilastro del sistema delle piccole attività italiane, offrendo un equilibrio tra sostenibilità fiscale e autonomia gestionale. Nonostante le incertezze economiche, molti nuovi operatori scelgono questa formula come porta d’ingresso nel mondo del lavoro autonomo.
Nuove partite IVA 2025: considerazioni generali
Il quadro che emerge dall’Osservatorio MEF è quello di un’economia che si muove tra segnali contrastanti. Da un lato, la flessione complessiva del numero di nuove partite IVA indica una fase di prudenza da parte di chi valuta l’avvio di un’attività. Dall’altro, l’aumento tra persone fisiche e società di capitali suggerisce che la voglia di impresa non è venuta meno. Ma si orienta verso forme più strutturate o verso settori in espansione.
Il peso crescente delle attività nei servizi alla persona e nell’istruzione evidenzia come il tessuto produttivo italiano stia progressivamente adattandosi a nuove esigenze sociali ed economiche, con un’attenzione particolare alla qualità e alla specializzazione. Allo stesso tempo, la diffusione del regime forfettario conferma l’importanza di strumenti fiscali semplici e accessibili per sostenere l’imprenditoria diffusa.
Riassumendo
- Nel terzo trimestre 2025 aperte 92.808 nuove partite IVA, in calo del 3,6% rispetto al 2024.
- Crescono persone fisiche (+1,6%) e società di capitali (+4,1%).
- Forti cali per società di persone (-6,1%) e soggetti non residenti (-85,5%).
- Sud in crescita: Molise, Sicilia e Calabria trainano; flessione in Lombardia, Trento e Lazio.
- Attività professionali e servizi alla persona dominano; commercio in netto calo.
- Regime forfettario scelto dal 50% dei nuovi titolari, in aumento del 6%.