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Oggi: 05 Dic, 2025

Ogni diritto che hai sulle pensioni che non conosci l’INPS lo nega, ecco l’elenco delle cose che devi chiedere

Maggiorazioni, trattamenti e altre agevolazioni sulle pensioni, ecco come non perdere i propri diritti che senza richieste l'INPS nega.
1 mese fa
2 minuti di lettura
Maturare arretrati e poi perderli per via dell'INPS che può trattenerli se il contribuente ha maturato degli indebiti, ecco quando accade.
Foto © Licenza Creative Commons

Oggi l’argomento pensioni è di dominio pubblico, perché siamo in attesa del varo definitivo della manovra finanziaria e, come sempre, le novità previdenziali non mancano mai. Possono essere favorevoli o sfavorevoli, più o meno interessanti, ma ogni fine anno — quando si discute della legge di Bilancio — le pensioni tornano a essere un tema caldissimo.

A prescindere da ciò che verrà introdotto di nuovo, una cosa è certa: nel sistema previdenziale esistono regole, prestazioni e diritti che ogni pensionato dovrebbe conoscere. E questo vale sia per chi deve ancora andare in pensione, sia per chi la percepisce già.

Ogni diritto previdenziale che un contribuente non conosce finisce, di fatto, per essere negato dall’INPS.

Non perché l’Istituto sia “cattivo”, ma perché la normativa prevede che sia l’interessato ad attivarsi per richiedere ciò che gli spetta e per farne valere i benefici.

Ma di quali diritti stiamo parlando?

Importi aggiuntivi sulla pensione: di cosa si tratta e come funzionano

Negli ultimi tempi si parla molto di una novità introdotta dal Governo. Ossia l’aumento di 20 euro sulle pensioni minime. Si tratta di un intervento che riguarda le pensioni al di sotto di determinati limiti reddituali.

Attualmente, il trattamento minimo INPS è pari a 603,40 euro al mese. Di conseguenza, una pensione inferiore a tale importo è integrata al minimo. Tuttavia, affinché ciò avvenga, è indispensabile che gli interessati comunichino i propri redditi all’INPS. Poiché è proprio sulla base dei redditi che l’Istituto calcola l’integrazione.

Lo stesso principio vale per le maggiorazioni sociali, che sono ulteriori trattamenti integrativi concessi a chi ha redditi bassi.

Con lo scopo di garantire una pensione più dignitosa. Anche queste prestazioni non sono automatiche: devono essere richieste e verificate caso per caso.

Diritti del pensionato: ecco quali andrebbero chiesti all’INPS

Quando si parla di diritti che un pensionato o futuro pensionato deve richiedere all’INPS, rientrano in questa categoria anche i trattamenti di famiglia.

Se, ad esempio, il pensionato non comunica all’INPS di avere il coniuge a carico, rischia di restare per mesi senza percepire un trattamento aggiuntivo che gli spetterebbe al 100%.

Un altro caso emblematico è quello della quattordicesima mensilità, un diritto che non richiede una domanda specifica, ma che può essere riconosciuto solo se l’interessato comunica correttamente e per tempo i propri redditi.

Quando si parla di somme aggiuntive sulla pensione, è importante ricordare che, se un contribuente ha ricevuto una liquidazione pensionistica errata (ad esempio perché non sono stati conteggiati alcuni periodi contributivi, o perché ha continuato a versare contributi dopo il pensionamento), può richiedere una pensione supplementare o un supplemento di pensione.

Senza queste richieste, la prestazione resterebbe invariata, con importi aggiuntivi di fatto negati e quindi perduti.

Tutti i diritti sulle pensioni che i contribuenti non dovrebbero dimenticare di richiedere

I diritti pensionistici non riguardano solo le somme aggiuntive, ma anche altri benefici che spesso sono richiesti al momento della domanda di pensione.

Tra questi ci sono le maggiorazioni contributive, che permettono di valorizzare di più i periodi di lavoro svolti.

Un esempio importante è la maggiorazione per invalidità, che consente di far valere due mesi di contributi in più per ogni anno di lavoro svolto dopo il riconoscimento dell’invalidità. Grazie a questo meccanismo, alcuni lavoratori sono riusciti a recuperare fino a cinque anni di contributi aggiuntivi. Soprattutto se hanno avuto carriere lunghe dopo il riconoscimento dell’invalidità civile.

Esistono poi le maggiorazioni per lavoratori precoci. Ossia per chi ha lavorato prima dei 18 anni: ogni anno di lavoro svolto in quel periodo vale 1,5 volte. Ma solo per chi non aveva versamenti al 31 dicembre 1995.

Un altro beneficio spesso trascurato riguarda le madri lavoratrici. Chi ha avuto figli può anticipare la pensione di 4 mesi per ogni figlio avuto, fino a un massimo di 16 mesi complessivi.

E anche chi ha raggiunto la classica età pensionabile senza aver usufruito di tale anticipo non deve trascurare questo diritto: può infatti recuperare arretrati di pensione corrispondenti fino a 16 mesi, nel caso in cui abbia avuto quattro o più figli.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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