Fitch ha tagliato il rating al debito di Kaisa Group Holdings a “restricted default” dopo il mancato pagamento di un bond in dollari per 400 milioni nella giornata di martedì. Secondo l’agenzia, qualora i possessori di almeno il 25% del relativo debito aggregato lo richiedessero, le obbligazioni in dollari diverrebbero immediatamente esigibili. In gioco vi sono 11,6 miliardi, la terza somma più alta per il debito estero tra le società immobiliari cinesi.

Sempre nella giornata di martedì, il colosso Evergrande ha saltato il pagamento di due cedole per complessivi 82,49 milioni di dollari.

In questo caso, si trattava del termine massimo relativo ai 30 giorni del periodo di grazia. Di fatto, anche in questo caso l’emittente è in default. Alla vigilia della scadenza, i creditori di Kaisa avevano scritto una lettera alla società per informarla circa la volontà di concederle un periodo di tolleranza ed evitare, quindi, che scattasse formalmente il default.

Default Kaisa voluto da Pechino

Le azioni Kaisa sono state sospese dalle contrattazioni. Perdono il 75% quest’anno. Crollo verticale anche per i bond Kaisa, con la scadenza 30 giugno 2022 e cedola 8,5% (ISIN: XS1627597955) ad essere passata da un prezzo di 102,42 di inizio anno ai 32 centesimi di oggi. Il mercato valuta il titolo a meno di un terzo del suo valore nominale, nonostante teoricamente sarà rimborsato tra poco più di sei mesi.

Simbolo del boom immobiliare cinese, anche Kaisa rimane vittima dello scoppio della bolla. Le autorità finanziarie hanno volutamente chiuso i rubinetti della liquidità per favorire il “deleveraging” dopo oltre un decennio di corsa al debito. Allo stesso tempo, questa settimana la Banca Popolare Cinese ha tagliato il coefficiente di riserva obbligatoria per consentire alle banche di erogare fino a 190 miliardi di dollari in più di prestiti al settore privato. Dunque, quelli di Evergrande e Kaisa sono default controllati, se vogliamo. Ciononostante, l’indice dei bond “junk” domestici secondo Bloomberg esita ormai rendimenti sopra il 20%.

Nelle scorse settimane, erano schizzati fino al 30%.

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