E’ stata giornata di emissione ieri. Il Ministero di economia e finanze ha raccolto altri 7,5 miliardi di euro, andando avanti con le aste per completare il programma di quest’anno. Sono previsti quasi 500 miliardi di euro da incassare tra titoli di stato in scadenza e nuovo deficit da rifinanziare. Il 2022 si era aperto come un anno molto problematico sul fronte della raccolta, in quanto i rendimenti sovrani erano iniziati ad esplodere già intorno alla metà dell’anno passato. Dopo avere toccato il picco nell’ottobre scorso, tuttavia, nei primi mesi dell’anno si era registrato un discreto calo, seguito da una risalita verso i massimi.

Nelle ultime settimane, comunque, è tornata la tendenza calante. E i risultati dell’asta dei BTp a medio-lunga scadenza di ieri lo dimostrano.

Tre bond in offerta

Il BTp 15 aprile 2026 e cedola 3,80% (ISIN: IT0005538597) è stato collocato ad un prezzo di aggiudicazione di 100,98, corrispondente ad un rendimento alla scadenza del 3,459%. A fronte dei 2,75 miliardi offerti, le richieste hanno ammontato a 4,27 miliardi. Considerato che si tratti di un bond triennale, il rendimento resta appetibile, sebbene il prezzo sia salito dai minimi di maggio a 100,26.

E il BTp 15 giugno 2030 con cedola 3,70% (ISIN: IT0005542797) è stato offerto per 3,25 miliardi contro ordini per 4,43 miliardi. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 99,86 centesimi, pari ad un rendimento alla scadenza del 3,752%. A maggio, aveva offerto in asta il 3,941%. E sempre alla fine del mese scorso questo bond prezzava ad un minimo di 97,50 centesimi. Sul piano del rapporto tra rendimento medio netto (3,254%) e inflazione media attesa nel settennato considerato, questo titolo appare il più interessante per l’investitore individuale.

A chiudere i risultati dell’asta c’è stato il BTp 1 ottobre 2053 e cedola 4,50% (ISIN: IT0005534141). In questo caso, l’offerta è stata di 1,5 miliardi contro richieste per 2,3 miliardi. Il rendimento alla scadenza esitato è stato del 4,536% con un prezzo di aggiudicazione di 100,16.

Il BTp a 30 anni continua a mostrarsi molto interessante sul piano del rendimento netto (3,962%) versus inflazione. Tuttavia, trattasi di una scadenza ultra-lunga, generalmente poco adatta alle esigenze d’investimento delle famiglie. Ciò non toglie che lo si possa inserire in portafoglio per godere di un’entrata fissa a lungo termine e/o anche nella prospettiva di una rivendita del bond in futuro a prezzi più alti.

Risultati asta BTp alla vigilia del board BCE

Questi risultati dell’asta BTp di ieri sono arrivati alla vigilia della riunione alla Banca Centrale Europea (BCE) circa le prossime tappe di politica monetaria. Atteso un ulteriore aumento dei tassi d’interesse dello 0,25%. Ma il mercato sconta un linguaggio che inizierebbe a mostrarsi un po’ più “dovish” dopo i dati sul calo del PIL nell’Area Euro nel primo trimestre. Il resto lo farebbe la discesa dell’inflazione anche nei prossimi mesi.

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