Egregio dott Timpone, perché i prezzi dei BTp 2051 e 2072 che ho in portafoglio stanno registrando una così forte caduta in così breve tempo? Ho comprato la scadenza a 50 anni a 98 centesimi e oggi quota sotto 67.

Il boom dei rendimenti obbligazionari

Questa è la domanda più in voga di questi mesi tra i nostri lettori, molti dei quali sono sconfortati dal fatto di avere acquistato a prezzi dei BTp alti, spesso nettamente sopra la pari, salvo assistere a un loro crollo in pochissimi mesi.

Il fenomeno riguarda particolarmente i titoli di stato a lunga scadenza. E c’è una ragione elementare per questo. Cerchiamo di spiegare il tutto in maniera ordinata e semplice. I rendimenti stanno risalendo in tutto il mondo per via dell’inflazione. I prezzi al consumo stanno correndo ai ritmi più veloci da decenni, per cui gli obbligazionisti pretendono giustamente rendimenti maggiori per acquistare bond. Per questo, sono disposti ad entrare sul mercato a prezzi dei BTp molto più bassi di quelli di alcuni mesi fa, visto che le cedole offerte sono state negli ultimi anni a dir poco striminzite.

Più il prezzo si abbassa e maggiore il rendimento alla scadenza. Ad esempio, all’inizio dell’anno il BTp 2051 quotava sopra 93 centesimi e offriva circa 2,05% lordo. Adesso, quota sotto 66 centesimi e rende il 4,35%. Perché questo sta accadendo soprattutto con le scadenze più lunghe? Perché i rendimenti lungo la curva tendono ad essere più alti per i titoli con durata residua maggiore. I BTp 2051 e 2072, poi, furono emessi con cedole basse, rispettivamente 1,70% e 2,15%. Per questo debuttarono sul mercato con una “duration” elevata, cioè un’alta sensibilità del prezzo alle variazioni dei rendimenti sottostanti. Ricordiamo ancora una volta che prezzo e rendimento viaggiano in direzioni opposte.

Attendere che i prezzi dei BTp risalgano?

E adesso? Iniziamo col dire che la frittata è stata fatta nel momento in cui si è deciso di acquistare scadenze lunghe a prezzi alti (tassi bassi).

Ad ogni modo, pensare di rivendere oggi per rimediare a quel peccato originale avrebbe scarso senso. In effetti, la rivendita comporterebbe l’assunzione di perdite elevate. Con il minore capitale riscosso rispetto a quello investito, l’obbligazionista certamente acquisterebbe obbligazioni con rendimenti maggiori. Tuttavia, il beneficio sarebbe marginale rispetto alla perdita accusata, la quale sarebbe così del tutto ripianata in un arco di tempo lunghissimo.

Pertanto, più saggio sarebbe forse attendere che i prezzi dei BTp risalgano. Non sarà un fatto immediato, ma occorrerà qualche anno. Tuttavia, questa soluzione si rivelerebbe meno dolorosa per l’obbligazionista, che riuscirebbe ad uscire dal mercato senza subire perdite prima rispetto all’ipotesi di una cessione immediata. L’importante è avere imparato la lezione: quando i tassi sono bassi, bisogna comprare tutt’al più obbligazioni a breve scadenza. Quando i tassi sono alti, sarebbe preferibile acquistare obbligazioni a lunga scadenza.

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