La sterlina inglese (GBP) continua a indebolirsi nei confronti dell’euro per effetto della Brexit e torna ai livelli del 2008. Molti investitori stanno quindi pensando di acquistare obbligazioni in sterline per approfittare di un futuro  apprezzamento della valuta britannica.

 

Fra i bond in valuta britannica le obbligazioni in sterline emesse recentemente dalla multinazionale russa Gazprom rappresentano una possibile alternativa all’investimento in bond dell’eurozona. Collocato a 100, il nuovo bond senior unsecured Gazprom è stato venduto per 850 milioni di GBP e offre un coupon a tasso fisso del 4,25% per otto anni (Isin XS1592279522).

La cedola viene staccata su base semestrale, il 6 aprile e 6 ottobre, mentre il rimborso è previsto in unica soluzione a scadenza il 6 aprile 2024. Il prezzo di negoziazione del titolo è già sopra la pari, intorno a 100,65 per un rendimento a scadenza del 4,12%. Il bond, quotato alla borsa di Dublino, è negoziabile per importi minimi di 100.000 euro con multipli aggiuntivi di 1.000. Il rating è BBB- per Fitch, BB+ per Standard & Poor’s e Ba1 per Moody’s.

 

Brexit indebolisce la sterlina inglese

 

Ormai è avviato l’iter della Brexit che, grazie all’articolo 50, porterà il Regno Unito fuori dall’UE. L’attenzione di tutti, in particolar modo degli investitori, è concentrata sulla sterlina e sul suo futuro che oggi più che mai appare incerto. In questi nove mesi post referendum la sterlina ha avuto alti e bassi, nulla che possa però lasciar ipotizzare qualcosa di certo sul suo futuro. Dal 23 gennaio la sterlina ha subito una svalutazione del 16% nei confronti del dollaro, mentre appare più stabile nei confronti dell’euro. Se infatti, nel caso del dollaro, sei mesi fa il cambio era a 1,49 ora è sceso a 1,24. Nel caso dell’euro invece il cambio viaggia a quota 0,86. La situazione di incertezza politica ed economica ovviamente non favorisce gli investimenti e non esclude un ulteriore deprezzamento nel prossimo futuro.

La sterlina quindi potrebbe continuare ad indebolirsi e gli esperti non escludono una rimessa alla pari con l’euro. Per i prossimi due anni, il periodo di tempo che richiederà di fatto la Brexit con tutte le sue manovre, la sterlina sarà messa sul banco di prova: i fattori determinanti saranno gli eventi politici ma soprattutto la situazione economica che si delineerà nel Regno Unito con l’uscita dall’Ue.