E’ stato un debutto con i fiocchi per H&M sul mercato delle obbligazioni sostenibili. Ieri, la catena svedese di abbigliamento casual ha collocato un bond per 500 milioni di euro legato ad obiettivi di sostenibilità ambientale. Non si è trattato di un green bond, differenziandosi da questi per l’assenza di vincolo nell’impiego della liquidità raccolta. Il titolo ha scadenza agosto 2029, per cui presenta una durata iniziale di 8 anni e mezzo. Altissimi gli ordini, che hanno raggiunto il picco di 5,4 miliardi, praticamente 11 volte l’importo offerto.

Grazie a questo enorme riscontro tra gli investitori, l’emittente ha potuto tagliare la cedola di 50 punti base rispetto alla “guidance” iniziale, di fatto dimezzandola. E’ evidente che il successo sia dipeso dalla fame del mercato per un bond minimamente remunerativo, peraltro emesso da una società con rating “investment grade”.

Le obbligazioni sostenibili di H&M, dicevamo, sono legate al raggiungimento di determinati obiettivi. Essi consistono principalmente nell’aumentare entro il 2025 la percentuale di materiali riciclabili e nell’abbattere le emissioni inquinanti. Sul sito della società si possono leggere svariati target. Ad esempio, entro il 2025 tutto il packaging dovrà essere riciclabile e ridotto del 25%. Inoltre, l’energia elettrica consumata andrà tagliata del 25% e le emissioni legate al trasporto delle merci del 30%.

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I rischi del bond sostenibile H&M

Qualora gli obiettivi non venissero del tutto raggiunti, lo schema dell’emissione prevede che la cedola aumenti (step-up). Questo meccanismo costituirebbe un disincentivo per la società a non perseguire seriamente i propri target, nonché un incentivo al mercato a confidare in H&M, consapevole del fatto che nel caso di inottemperanza otterrà un premio in forma di aumento del tasso erogato.

Il boom degli ordini è stato impressionante. H&M è un colosso dello “streetwear”, che ha subito grossi contraccolpi a causa del “lockdown”.

Nel 2020, l’utile netto è sceso del 90% a 120 milioni di euro, dato che un terzo dei suoi 5.000 negozi nel mondo è rimasto chiuso per gran parte dell’anno. Il crollo maggiore di fatturato si è avuto in paesi come Francia e Italia, attorno a un quarto del totale, mentre in Germania non ha raggiunto il 10%. Per quest’anno resta confermato l’obiettivo di chiudere 350 negozi e di aprirne contestualmente altri 100.

Il bond non offre granché, per cui si mostra più interessante per gli investitori istituzionali a caccia di rendimento. D’altra parte, presenta alcuni rischi da non sottovalutare. Il più importante riguarda l’impatto dell’e-commerce sul retail. La catena dispone di un suo servizio di vendita online, ma non possiamo immaginare quale possa essere l’impatto dei crescenti acquisti su internet sulla sua struttura costi-ricavi. La chiusura dei 350 negozi si deve in buona parte proprio a questo trend strutturale, più che agli effetti dei “lockdown”, che ovviamente sono transitori e destinati a svanire con il ritorno alla normalità nel mondo. Il mancato raggiungimento anche parziale degli obiettivi di sostenibilità ambientale, poi, potrebbe indisporre gli investitori, i quali si libererebbero delle obbligazioni per fare spazio ad altre presumibilmente più rassicuranti sotto questo profilo. Tuttavia, non sembrerebbe essere questo il caso di H&M.

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