A gennaio, Autostrade per l’Italia emise due obbligazioni della durata rispettivamente di 6 e 10 anni per un controvalore complessivo di 1 miliardo di euro, suddiviso in 500 milioni a testa. Si tratta della scadenza 25 gennaio 2028 e cedola fissa 1,625% (ISIN: XS2434701616) e della scadenza 25 gennaio 2032 e cedola fissa 2,25% (ISIN: XS2434702853). Entrambi i titoli sono “callable”, cioè potranno essere rimborsati in anticipo dalla società che li ha emessi.

Quest’oggi, le obbligazioni Autostrade per l’Italia a 6 anni si acquistano sul mercato secondario a una quotazione di 95,60 centesimi, corrispondente a un rendimento lordo alla scadenza del 2,49%.

All’emissione, tale bond offriva l’1,74%, cioè 155 punti base in più del tasso “midswap”. Oggi, invece, il premio sale a 167 punti. Quanto all’altra scadenza, si acquista per 92,73 centesimi, anche in questo caso in forte calo in meno di due mesi. Il rendimento lordo offerto sale al 3,22% dal 2,38% iniziale. Il premio sul tasso “midswap” lievita da 195 a 218 punti base.

Facciamo una premessa: le obbligazioni Autostrade per l’Italia sono “spazzatura” per tutte le principali agenzie di rating. I giudizi sono BB per S&P, BB+ per Fitch e Ba2 per Moody’s, rispettivamente a -2, 1 e -2 gradini sotto il gradino più basso dell’area “investment grade”. Da questa prospettiva, i rendimenti ci appaiono persino bassi. Tuttavia, ieri la Corte dei Conti ha apposto il visto di legittimità all’accordo tra Ministero delle Infrastrutture e Atlantia, con cui il primo acquisisce dal fondo la sua quota in Autostrade per l’Italia, pari all’88,06% del capitale. L’operazione da 8 miliardi di euro consentirà alla Cassa depositi e prestiti di detenere il 51% di tale quota, mentre il restante 49% sarà suddiviso alla pari tra due fondi privati.

Obbligazioni Autostrade a premio sui BTp

La rinazionalizzazione della società che gestisce migliaia di km di tratte autostradali sul territorio nazionale non è un fatto secondario per le obbligazioni Autostrade.

Queste nei fatti diverranno titoli del debito di una società controllata dallo stato. Per quanto non possano essere assimilabili ai BTp, il loro grado di sicurezza sul piano creditizio sembra destinato a salire, specie considerando che molte criticità siano arrivate con il crollo del Ponte Morandi a Genova nell’agosto 2018 e conseguenti frizioni legali tra società e stato.

Allo stato attuale, la scadenza a 6 anni rende lo 0,75% in più dei BTp al netto della diversa tassazione. I titoli di stato sono tassati al 12,5%, le obbligazioni societarie al 26%. La scadenza a 10 anni, invece, offre un premio netto dello 0,73%. Con la rinazionalizzazione, probabile che questo spread vada ad assottigliarsi. A parità di rendimenti statali, ciò implicherebbe un calo dei rendimenti delle obbligazioni Autostrade, vale a dire un loro rialzo dei prezzi. Va detto, tuttavia, che questo scenario dovrebbe essere stato scontato dal mercato, a meno che esso fino al via libera della Corte dei Conti non abbia temuto l’ennesimo colpo di scena in una vicenda che si trascina da anni.

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