Nella giornata di mercoledì, Banco BPM ha raccolto 750 milioni di euro con l’emissione di un nuovo Green bond Senior Non Preferred. Il titolo ha attirato ordini per 1,3 miliardi di euro da parte di più di 130 investitori. Di questi, il 70% sono stati stranieri. Nel dettaglio, le richieste sono arrivate da Regno Unito e Irlanda per il 31%, Germania-Austria-Svizzera per il 13%, Francia per il 13%, Nord Europa per il 7% e, infine, il 30% dall’Italia. In relazione alla tipologia degli investitori coinvolti, per il 61% sono stati asset manager e il 22% banche.

Il Green bond di Banco BPM ha una durata di cinque anni, in quanto arriva a scadenza nel giugno del 2028. Tuttavia, l’emittente si riserva la facoltà di procedere al rimborso con un anno di anticipo, vale a dire nel giugno del 2027. Pertanto, l’obbligazione è “callable” dopo quattro anni. Molto interessante la cedola lorda annua offerta: 6%. Tra l’altro, il prezzo di aggiudicazione è risultato persino poco sotto la pari a 99,955 centesimi. Questo innalza il rendimento lordo alla scadenza a più del 6%.

Trattandosi di un Green bond, i proventi ri-finanzieranno cosiddetti “eligible green loans”. E’ stata anche la seconda emissione green di quest’anno, rientrante nel Green, social and sustainability bond framework per un controvalore complessivo di 3,75 miliardi.

Green bond Banco BPM, cedola e rischio di credito medio-alti

Cedola generosa per il Green bond di Banco BPM. In effetti, ai prezzi di emissione il rendimento lordo accordato agli obbligazionisti risulta essere a premio di 235 punti base o 2,35% sul BTp a 5 anni. Tuttavia, al netto della diversa imposizione fiscale, il bond del Tesoro offre solo circa 125 bp o 1,25% in meno. D’altra parte, il maggiore rendimento riflette rating bassi: Ba2 per Moody’s, BB+ per Fitch e BBBL per Moody’s. Sulla base di tali valutazioni, il rischio di credito teorico è considerato medio-alto.

Cosa significa, infine, Green bond Senior Non Preferred? Stiamo parlando di una classe obbligazionaria non subordinata.

Dunque, in caso di “bail-in” l’obbligazionista sarebbe chiamato eventualmente a partecipare alle perdite solo dopo gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati. Allo stesso tempo, le perdite gli sarebbero caricate prima degli altri obbligazionisti senior. Nello specifico, in verità, il principale rischio sarebbe rappresentato dal rimborso anticipato, pur solo di un anno. In quel caso, l’obbligazionista perderebbe la possibilità di percepire un’ultima cedola del 6% sul capitale nominale investito.

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