Crollano i prezzi dei bond Oi e Portugal Telecom. L’agenzia di rating Fitch ha tagliato il giudizio, da “BB” a “B”, sul quarto operatore telefonico brasiliano Oi Brasil al quale è legato pari passu anche il debito di Portugal Telecom. Dopo il fallimento delle trattative per l’integrazione di Tim Participacoes con Oi e l’uscita di scena del miliardario russo Mikhail Fridman, inizialmente disponibile a pompare nelle casse di Oi 4 miliardi di dollari tramite la sua finanziaria LetterOne, lo scenario è cambiato.

Come noto, i conti di Oi Brasil sono sotto pressione già da tempo per via della crisi valutaria e del forte rallentamento nella crescita dell’economia carioca. Secondo gli analisti che hanno fatto i conti in tasca a Oi, la compagnia telefonica dovrà rimborsare più di 20 miliardi di reais entro il 2017 (su 60 miliardi di debiti complessivi) e a fine settembre la liquidità era pari a 16,4 miliardi alla quale si sono aggiunti 1,2 miliardi di dollari di linee di credito provenienti dalla China Development Bank. Soldi insufficienti per garantire il proseguimento delle attività e degli investimenti insieme al rimborso del debito.   Bond Oi Brasil e Portugal Telecom prezzano 25% del nominale   Fallite le trattative con finanzieri e partner internazionali, a questo punto Oi potrebbe presto rivolgersi ad un advisor finanziario internazionale per ristrutturare il debito da 60 miliardi di reais che pesa sui conti. Del resto, la caduta libera del prezzo delle azioni e dei bond non lascia spazio a dubbi su come verrà risolta la questione. Alla borsa brasiliana Oi ha perso il 15% in una sola giornata, ma il bilancio è terribilmente negativo se si guarda la performance a tre anni: -99%. Stessa cosa per le obbligazioni Oi Brasil e Portugal Telecom International che sono scivolate a 25% del valore nominale. Cosa succederà quindi? Difficile fare previsioni, ma la più attendibile per mettere in sicurezza la compagnia telefonica sarebbe quella di convertire parte del debito in capitale per mettere Oi in condizioni di stare sul mercato e ottenere nuovi finanziamenti dalle banche.
A ciò si potrebbe aggiungere anche un aumento di capitale da parte dei soci per apportare nuovo free cash da impiegare in investimenti. Diversamente, lo scenario peggiore sarebbe il default che, però, in questo momento è da escludersi visto che la società ha i soldi per poter estinguere debiti e pagare interessi nel brevissimo periodo. Un quadro più preciso della situazione finanziaria, comunque, sarà possibile averlo con la pubblicazione dei dati di chiusura esercizio 2015.