La BCE ha confermato che nel terzo trimestre di quest’anno gli acquisti netti dei bond con il “quantitative easing” molto probabilmente cesseranno. Dopodiché, stando alla “forward guidance”, il rialzo dei tassi sarà possibile. I rendimenti italiani non hanno subito scossoni dall’ultimo board di giovedì, avendone già scontato la direzione. Ma il trend resta negativo per i titoli di stato. Il BTp a 50 anni, la scadenza più lunga sinora emessa dal Tesoro italiano, all’inizio di seduta di venerdì scorso offriva un rendimento netto del 3%.

BTp a 50 anni, come si arriva al 3%

Il BTp 1 marzo 2072 e cedola 2,15% (ISIN: IT0005441883) fu emesso nella primavera del 2021. Venerdì, la sua quotazione risultava sprofondata a 76,45 centesimi, mai così bassa dall’emissione. E ciò corrispondeva a un rendimento lordo del 3,43%, pari al 3% netto. Infatti, chi lo acquistasse adesso, dovrebbe spendere solamente 764,50 euro per ogni 1.000 euro di investimento nominale. In cambio riceverebbe annualmente cedole per 18,81 euro netti all’anno, il 2,46% della cifra effettivamente spesa.

Infine, alla scadenza all’obbligazionista sarà rimborsato l’importo di 1.000 euro, per cui i 235,50 euro in meno spesi si traducono per lui in una plusvalenza, pari al 30,8% del valore sborsato quasi 50 anni prima. Su base annua, parliamo di un rendimento extra dello 0,62%, pari allo 0,54% netto. E’ così che si arriva al rendimento del 3% tondo. Ma l’aspetto più interessante consiste nel fatto che per l’82% dipenda dalla cedola, cioè il reddito fisso che l’obbligazionista riceve annualmente.

Rendimento congruo rispetto all’inflazione?

Il 3% ci appare persino poco con un’inflazione italiana salita al 6,5% nel mese di marzo. Tuttavia, quando parliamo del BTp a 50 anni dobbiamo necessariamente guardare a un orizzonte temporale di lungo periodo. Prima o poi la crescita dei prezzi al consumo rallenterà e si riporterà intorno al target del 2% fissato dalla BCE. Questo significa che il rendimento offertoci dal bond si rivelerà positivo in termini reali.

E non è poco per un titolo che, teoricamente, comporterebbe l’assunzione di un rischio di credito sostanzialmente inesistente.

Non è detto che bisogna acquistare il BTp a 50 anni per tenerlo fino alla scadenza. Si potrebbe ragionare in termini speculativi, pur non immediati, ossia confidando che prima o poi il prezzo torni a salire. In questo anno di vita, il bond si è mosso tra un massimo di 105 e un minimo di 76 centesimi e rotti. Se solo tendesse alla pari dopo che la BCE avrà completato il suo ciclo monetario restrittivo, il guadagno in conto capitale si attesterebbe prossimo al 30%. Verosimilmente, accadrebbe in pochi anni da oggi. Il rendimento effettivo risulterebbe ben superiore al 3% attuale alla scadenza.

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