Accelerazione dell’inflazione italiana sopra le attese ad aprile. L’indice dei prezzi al consumo, includendo i tabacchi, è salito dello 0,5% mensile e dell’8,3% annuo. A marzo, vi era stato un calo mensile dello 0,4% e un aumento annuo del 7,6%. Un dato negativo per le famiglie italiane, anche perché segnala che il tema del carovita non è destinato a rientrare da qui a breve. Ma per i possessori del BTp Italia con scadenza 28 giugno 2030 (ISIN: IT0005497000) si tratta di una buona notizia. Il bond è stato emesso nel giugno dello scorso anno e, come sappiamo, risulta indicizzato all’inflazione FOI dell’ISTAT, ex tabacchi.

Corrisponde anche un premio dell’1% complessivo a favore di coloro che hanno sottoscritto il titolo in fase di emissione e lo manterranno in portafoglio fino alla fine.

Il BTp Italia 2030 si acquista oggi per circa 98,50 centesimi, offrendo un rendimento reale lordo alla scadenza di poco superiore a 1,90%. Il bond a 5 anni con simile durata offre sempre oggi intorno al 3,90%. Questo significa che tra i due titoli vi è una differenza del 2%. Essa sarebbe l’inflazione media annua attesa dal mercato da qui ai prossimi cinque anni.

Ma veniamo adesso al dato dell’inflazione. A marzo, avevamo lasciato l’indice FOI in calo a 118. Se l’ISTAT confermerà l’aumento di aprile dello 0,5%, salirebbe intorno a 118,60. Questo sarebbe grosso modo il dato con cui confrontare l’indice FOI di inizio semestre, cioè al 28 dicembre scorso e pari a 116,72258. Dunque, il BTp Italia 2030 a giugno riconoscerebbe agli obbligazionisti una rivalutazione di circa l’1,6%. Essa andrebbe a sommarsi alla cedola semestrale dello 0,8%. Calcoliamo passo dopo passo la cedola di giugno.

Calcolo cedola BTp Italia 2030

Ipotizziamo di possedere un capitale investito di 10.000 euro nel BTp Italia 2030. Questo sarebbe rivalutato a giugno a 10.160 euro. Su di esso sarebbe calcolata la cedola dello 0,80%. Dunque, incasseremmo: 0,008 x 10.190 = 81,28 euro.

Sommati ai 160 euro della rivalutazione del capitale, otterremmo 241,28 euro lordi. Al netto dell’imposta del 12,50%, farebbero 211,12:euro. Dunque, la cedola complessiva di giugno sarebbe del 2,11% netta. Mica male per un solo semestre di godimento del bond.

I poco avvezzi alla materia si chiederanno perché mai stiamo considerando l’indice FOI di aprile per una cedola in pagamento a giugno. Le modalità di calcolo sono particolari. Il prossimo 28 giugno non conosceremo ancora quale sarà l’indice FOI di quel mese, per cui il BTp Italia 2030 corrisponderà una cedola basata sull’inflazione di due mesi prima, cioè alla fine di aprile. E così avviene ogni sei mesi, per cui nulla nella sostanza cambia per l’obbligazionista. Ciascun pagamento terrà conto delle variazioni dell’indice dei prezzi relativo a sei mesi.

Ad oggi, il BTp Italia 2030 ha staccato una sola cedola, a dicembre. Essa fu del 7,23% lordo. Se i nostri calcoli saranno confermati, in un solo anno l’obbligazionista avrà incassato sopra al 9,50% lordo. Ipotizzando un indice FOI stabile tra aprile e giugno, il bond avrà battuto l’inflazione del periodo del 4%. A conferma che i bond indicizzati in periodi di alta inflazione assolvono alla loro funzione.

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