Tra gli analisti inizia a diffondersi la convinzione che i tassi di interesse abbiano raggiunto il culmine sia negli Stati Uniti che nell’Eurozona. Ci sono svariati segnali di rallentamento economico, specie nella seconda, che depongono a favore di uno stop alla stretta monetaria già per il mese di settembre. I rendimenti sovrani per il senior bond strategist di Generali Investments, Florian Spaete, al di là di cosa decideranno le principali banche centrali questo mese, nel medio termine sarebbero destinati a scendere.

Un motivo in più per inserire in portafoglio asset redditizi. Lo sono i BTp in scadenza nel 2034, cioè della durata di dieci anni.

Cedole alte, rendimenti attesi in calo

Uno è stato emesso nei giorni scorsi e sarà il nuovo BTp a 10 anni benchmark. La data del rimborso è fissata per l’1 marzo 2034 e la cedola lorda annuale offerta è del 4,20% (ISIN: IT0005560948). Ieri, questo bond aveva una quotazione leggermente sotto la pari, per l’esattezza di 99,40 centesimi. Ad essa corrispondeva un rendimento alla scadenza del 4,30%. In pratica, chi inserisse questo titolo in portafoglio, avrebbe la certezza di incassare un rendimento medio netto annuo del 3,70%.

Non è l’unico bond decennale meritevole di attenzione. C’è un altro BTp 2034 in circolazione sul mercato. Esso fu emesso nel lontano 2003 come trentennale e arriverà a scadenza l’1 agosto (ISIN: IT0003535157). In questo caso, la cedola sale al 5% lordo all’anno. La quotazione di mercato superava ieri 106 e il rendimento era anche in questo caso attorno al 4,30%.

BTp 2034 a confronto

Quale scegliere tra i due BTp 2034? La risposta dipende da diversi fattori. Se guardiamo al solo rendimento, le differenze sarebbero così marginali da spingerci ad investire a casaccio. Se ci soffermiamo sul rapporto tra cedola e prezzo (rendimento immediato), abbiamo che il nuovo decennale offre il 4,22% e il vecchio trentennale il 4,71%. Al netto dell’imposizione fiscale, abbiamo rispettivamente il 3,70% contro il 4,12%.

La differenza qui sfiora il mezzo punto percentuale. Essa è giustificata dal fatto che, alla scadenza, il vecchio trentennale infliggerà all’obbligazionista una perdita netta del 5% per via del suo prezzo di acquisto superiore a quello di rimborso. Viceversa, il futuro benchmark decennale esiterà un guadagno netto superiore allo 0,50%.

Considerata anche la più lunga scadenza di 5 mesi del vecchio trentennale, il rendimento netto totale sarà del 40% contro il 39% del prossimo decennale. Limitandoci alle sole cedole nette effettive, abbiamo quasi il 45% contro il 39%. Infine, abbiamo simulato un rialzo dei prezzi per entrambi i BTp 2034 del 10% in un anno. Agli inizi di settembre del 2024, il vecchio trentennale offrirebbe un rendimento superiore al 2,90%, sostanzialmente alla pari con il prossimo decennale. Questo dato ci aiuta a capire che entrambi i bond avrebbero simili opportunità di crescita delle quotazioni, a parità di rendimento offerto.

[email protected]