Un paio di settimane fa, ENI emise un bond sostenibile a 5 anni (ISIN: IT0005521171). L’importo offerto tramite collocamento sindacato fu di 2 miliardi di euro, a fronte degli oltre 10 miliardi di ordini ricevuti. Scadenza 10 febbraio 2028, offre cedola fissa annua lorda del 4,30% per i primi quattro anni. Nell’ultimo anno, la cedola potrà aumentare al 4,80% nel caso in cui l’emittente non fosse riuscito a centrare i due obiettivi di sostenibilità ambientale descritti nel Prospetto Informativo. Trattasi della capacità di generazione di energia da fonti rinnovabili e del taglio delle emissioni di CO2.

Il lotto minimo fissato fu di 2.000 euro, corrispondente a due obbligazioni da 1.000 euro ciascuna.

Si è trattato di un bond ENI riservato al pubblico retail, vale a dire alle famiglie. Gli italiani hanno risposto molto calorosamente all’iniziativa, tant’è che il collocamento è stato chiuso con due settimane di anticipo. E si è reso necessario raddoppiare l’offerta fino all’importo massimo previsto sin dal secondo giorno, quando gli ordini avevano registrato il tutto esaurito.

Il bond ENI è stato quotato sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana a partire da venerdì 10 febbraio. Dunque, l’altro ieri c’è stato il gran debutto. Manco a dirlo, è andato più che bene, benissimo. Al termine della prima seduta, la quotazione saliva a 102,40, pur sotto i massimi della giornata che hanno sfiorato 103. Poiché l’emissione era avvenuta alla pari (100), chi ha venduto entro la prima seduta ha potuto mettere a segno un guadagno del 2,4%. E’ tantissimo per un solo giorno.

Bond ENI meno redditizio del BTp

Le negoziazioni hanno riguardato 3.668 contratti per un controvalore di 43 milioni di euro. Solamente venerdì, quindi, è passato di mano il 2,15% dell’intero capitale. Anche questo è un dato altissimo, che fa ben sperare per il prossimo futuro. Significa che l’appeal del bond ENI resta alto anche dopo il collocamento. Nel frattempo, però, il rendimento è già sceso parecchio.

Dal 4,30% a circa il 3,75%. Nel caso in cui la cedola salisse dello 0,50% nell’ultimo anno, salirebbe al 4,23% contro il 4,80% offerto in fase di collocamento.

Dunque, è già divenuto meno conveniente acquistare il bond ENI. Vedremo se nelle prossime sedute la quotazione reggerà. C’è da dire che il raffronto avviene sempre con titoli di durata simile. Il premio rispetto al BTp a 5 anni era stato di appena lo 0,20% nei giorni del lancio. Dopo la quotazione in borsa, si è ristretto di qualche punto base a meno dello 0,15%. Se, poi, teniamo conto della diversa tassazione (12,50% sui titoli di stato contro il 26% sulle obbligazioni corporate), ci possiamo rendere conto quanto non vi sia affatto un premio offerto dal bond ENI. Al contrario, il rendimento netto risulta significativamente inferiore al BTp.

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