Ci sono nuovi bond emergenti che rischiano di rimanere vittime di default durante la pandemia dopo Ecuador, Zambia, Belize e Suriname. Sono quelli emessi dallo Sri Lanka, isola dell’Oceano Indiano e che si trova a sud-est dell’India. Le agenzie di rating suonano l’allarme, assegnando ai suoi titoli del debito giudizi bassissimi: CCC per S&P, CC per Fitch e Caa2 per Moody’s. In pratica, si tratta di debito altamente speculativo, “spazzatura” e sull’orlo di un crac.

La crisi fiscale è stata provocata dal crollo delle presenze turistiche a causa della pandemia, nonché da ampi tagli alle tasse in deficit già nel 2019, quando il disavanzo dei conti pubblici salì al 9,6% del PIL dal 5,3% dell’anno precedente.

C’è che lo Sri Lanka solo quest’anno dovrà pagare 7 miliardi di dollari ai creditori stranieri tra capitale e interessi, ma ha solamente 3 miliardi di dollari tra le riserve valutarie. E gli analisti stimano che queste crolleranno ad appena 1 miliardo alla fine dell’anno. In effetti, i dati sui saldi delle partite correnti non lasciano prevedere nulla di buono, essendo nettamente negativi. Ciò implica che Colombo abbia in cassa pochi dollari per pagare i debiti esteri e ne avrà ancora di meno nei prossimi mesi.

Proprio per questa ragione, il governo sta limitando le importazioni, con la conseguenza che scarseggiano dal latte in polvere all’elettricità. I prezzi stanno aumentando a doppia cifra e i blackout sono diventati giornalieri. Una tortura è auto-inflitta per ridurre ai minimi termini la fuoriuscita di dollari, ma inevitabilmente si arriverà a una ristrutturazione del debito. Tra i creditori vi sono Cina e Giappone. In tutto, il debito a lungo termine ammonta a 45 miliardi di dollari, di cui un terzo in bond.

Bond emergenti a rischio crac, prezzi sprofondati

Le obbligazioni in scadenza il prossimo 25 luglio e con cedola 5,875% (ISIN: USY2029SAH77) per l’importo di 1 miliardo di dollari oggi quotano a meno di 73 centesimi, offrendo così un rendimento annualizzato di quasi il 114%.

Il bond con scadenza 17 aprile 2028 e cedola 6,75% (ISIN: USY8137FAL23) si acquistano, invece, per appena 50 centesimi, cioè per la metà del loro valore nominale e rendono circa il 30%. Per quanto drammatici, questi numeri ci segnalano che il mercato avrebbe già scontato lo scenario peggiore, mentre è probabile che, a seguito di un accordo di ristrutturazione con i creditori, questi ricevano più della metà del capitale nominale.

I prezzi di questi bond emergenti potranno persino salire nei prossimi mesi, magari grazie al rastrellamento da parte dei fondi speculativi. Esistono, però, rischi da non sottovalutare, tra cui i tempi di un’eventuale ristrutturazione. La presenza della Cina tra i grandi creditori complica le cose. Sembra altamente probabile che lo Sri Lanka chieda assistenza finanziaria al Fondo Monetario Internazionale. Sarebbe per la diciassettesima volta nella sua storia. In cambio, l’istituto pretenderà il coinvolgimento di tutti i creditori nelle perdite, non solo degli obbligazionisti. E finché non sarà trovato il giusto equilibrio tra le parti, le nuove erogazioni resterebbero sospese. Per il momento, comunque, il governo segnala di avere l’assoluta intenzione di continuare a pagare per evitare il default.

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