Siete alla ricerca di obbligazioni di qualità medio-alta e dai rendimenti non troppo striminziti? Un’occasione la offre il bond corporate emesso dalla società elettrica di Abu Dhabi, chiamata TAQA. E’ stato emesso nei giorni scorsi in dollari USA tramite un collocamento sindacato gestito da Bank of China, Citi, First Abu Dhabi Bank, HSBC, Mashreq, Mizuho e MUFG. Si è trattato di una doppia tranche con scadenze nell’aprile 2028 (7 anni) e nell’aprile 2051 (30 anni).

TAQA ha raccolto 1,5 miliardi di dollari, a fronte dei complessivi 6,1 miliardi di ordini arrivati, prevalentemente dall’Asia.

Dunque, la domanda ha più che quadruplicato l’offerta. Il bond corporate ha esitato cedola al 2% per la tranche a 7 anni e al 3,4% per quella a 30 anni. Quest’ultima è stata la prima della società ad essere quotata a Taipei, Taiwan, oltre che a Londra. Per questa ragione può anche essere denominata “Formosa bond”. Con questa espressione si fa riferimento alle obbligazioni negoziate a Taiwan, un modo per attirare capitali asiatici attraverso una delle principali piazze finanziarie del continente.

TAQA ha chiuso il 2020 con un utile netto di 2,8 miliardi di dirham, circa 644 milioni di euro. Il fatturato è risultato diminuito del 6% a 41,2 miliardi (9,5 miliardi di euro), risentendo negativamente del minore contributo del segmento oil & gas. Ad ogni modo, i proventi del bond corporate saranno utilizzati per abbattere l’indebitamento. Infatti, la società ha annunciato che riacquisterà 1,5 miliardi di dollari in scadenza quest’anno e fino a 250 milioni in scadenza nel 2023.

Quanto al rating, il bond corporate si mostra di sicurezza medio-alta: AA- per Fitch e Aa3 per per Moody’s sono i giudizi assegnati da due delle principali agenzie di valutazione. Chiaramente, ciò non vuol dire che non ci si assuma alcun rischio comprando questi titoli. Anzitutto, c’è quello valutario. Se il cambio euro-dollaro si apprezza, il capitale si svaluterà una volta convertito in euro.

In teoria, si potrebbe finire a percepire un rendimento effettivo negativo. Per contro, la ripresa del comparto petrolifero dopo il colpo infertogli dalla pandemia sosterrebbe le quotazioni del bond corporate. Ciò sarebbe positivo nell’ottica di un disinvestimento anticipato.

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