Dopo una lunga assenza sul mercato obbligazionario, CDP Reti è tornata ad emettere un bond unsecured questa settimana. Lo ha fatto con un’obbligazione a 5 anni, in scadenza il 25 ottobre 2027, per l’importo di 500 milioni di euro. Alla vigilia dell’operazione, le attese erano per un’emissione da 750 milioni. Molto allettanti le condizioni offerte. Infatti, il bond CDP Reti è stato piazzato agli investitori istituzionali a un rendimento del 6,02%, vale a dire di 290 punti base (2,90%) in più del tasso “mid-swap” a 5 anni.

Inizialmente, si stimava un rendimento a +300 bp. Gli ordini sono stati buoni, pari a 850 milioni di euro.

L’emissione del bond CDP Reti è da considerarsi un’opportunità ghiotta per gli obbligazionisti. Infatti, offre un premio nettamente superiore all’ultimo quinquennale emesso dalla controllante CDP di appena 117 bp (1,17%). Facciamo riferimento alle obbligazioni sostenibili con scadenza 19 settembre 2027 e cedola 3,5% (ISIN: IT0005508954), che ieri offrivano un rendimento del 4,29%.

Dunque, il bond CDP Reti offre un rendimento assai maggiore, a fronte del medesimo rischio teorico. Il rating BBB/Baa3 è del tutto in linea con quello della controllante. Questa detiene il 59,1% del capitale, mentre un altro 35% è nelle mani di State Grid Corporation of China. A sua volta, la società detiene partecipazioni in Terna (29,9%), Snam (31,4%) e Italgas (13,5%).

Bond CDP Reti, confronto con BTp

A tutti gli effetti possiamo considerare CDP Reti come una società controllata (indirettamente) dallo stato. In effetti, a sua volta CDP è in mano al Tesoro per l’82,77%. E, pertanto, il bond non garantito appena emesso può essere valutato quasi-sovrano. Pensate che il BTp a 5 anni attualmente offre meno del 3,90%. Dunque, il quinquennale di CDP offre un premio di circa 40 punti o 0,40% sul titolo di stato di pari durata, mentre il bond CDP Reti di ben 215 punti o 2,15%.

Peraltro, esso risulta acquistabile dalla BCE, essendo emesso da una società controllata dallo stato. Certo, il taglio minimo di 100.000 euro lo rende adatto ai soli investitori istituzionali.

La quotazione sull’EuroNext di Dublino, in ogni caso, consente a chi fosse interessato, di inserire in portafoglio un asset teoricamente poco rischioso e altamente remunerativo. Ad essersi occupate dell’emissione sono state BNP Paribas, Credit Agricole, HSBC, IMI-Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Unicredit.

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