Banca Popolare di Vicenza: i bond senior rendono il 20%

I bond senior Bpvi a 18 mesi sono scesi sotto quota 80. Ristoro agli azionisti vicino al successo. Il Fondo Atlante non si tirerà indietro
8 anni fa
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Anche i bond senior Banca Popolare di Vicenza sono entrati in sofferenza. Non sono i subordinati il cui destino è appeso a un piano di ristrutturazione finanziaria che vede Bpvi impegnata (insieme a Veneto Banca) in una pesante operazione di rafforzamento patrimoniale, ma anche i titoli ritenuti più sicuri cominciano a perdere colpi.

 

Le obbligazioni senior Banca Popolare di Vicenza 5% 2018 (Isin XS0985326502) emesse a favore di investitori istituzionali nel 2013 a 99,46, valgono oggi meno di 80 per un rendimento che supera il 21% a 18 mesi dal rimborso.

E non va meglio per gli altri bond senior la cui duration supera i 12 mesi. Cosa sta succedendo?

 

Bond senior Banca Popolare di Vicenza rendono più del 20%

“Molto semplicemente il mercato sta cominciando a prezzare lo scenario peggiore (bail in) per la soluzione del problema delle banche venete – commentano da una Sim milanese -. Il protrarsi delle trattative fra Ue, Francoforte, Tesoro e Vicenza con alle spalle l’azionista di maggioranza (Fondo Atlante) che ha fatto capire di non voler più mettere soldi nella causa, ha indotto gli istituzionali ad alleggerire le posizioni anche sui bond senior. Riteniamo che il bail per Popolare di Vicenza (e Veneto Banca) sia la soluzione meno probabile, anche perché il governo ha già messo in campo le risorse necessarie per sostenere le banche in crisi con il decreto salva risparmio da 20 miliardi. Sarebbe quindi, oltre che sconveniente, anche insensato attuare una procedura di risoluzione bancaria. Però gli investitori istituzionali non ragionano come i privati e se intravvedono minimi segnali di incertezza, alleggeriscono il peso del rischio seguendo regole statutarie ben precise”.

 

Bpvi: l’offerta di transazione agli azionisti è al 60%

 

Nel frattempo, secondo fonti ufficiali, l’offerta di transazione agli azionisti di Bpvi si sta avvicinando al 60% da parte dei soci. La percentuale – precisa il vicedirettore di Bpvi Gabriele Piccini – include oltre agli accordi transattivi già firmati con i soci «azzerati» (al 40%), anche le manifestazioni di interesse siglate.

E l’istituto vicentino controllato da Atlante è fiducioso di raggiungere l’80% delle adesioni entro il 22 marzo, ultimo giorno dell’offerta. Il ristoro transattivo prevede la cessione di azioni Bpvi al prezzo di 9 euro in cambio della rinuncia a far causa alla banca sulla vendita dei titoli. Inoltre, gli azionisti che dimostrino un Isee inferiore a 13 mila euro l’anno potranno avere un ristoro transattivo superiore ai 9 euro per azione offerti per sostenere situazioni di particolare disagio economico.

 

Fondo Atlante sosterrà Popolare di Vicenza

 

Terminata la fase di ristoro agli azionisti e bonificate le potenziali litigations Bpvi potrà quindi affrontare il nodo ricapitalizzazione e cessione di Npl. Secondo fonti ben informate, il Fondo Atlante, che controlla Bpvi, in caso di successo dell’operazione ristoro agli azionisti, potrebbe tornare considerare come sostenibile un terzo intervento di ricapitalizzazione con intervento marginale e precauzionale da parte dello Stato. Il fabbisogno di capitale per Bpvi – secondo le stime delle autorità – potrebbe aggirarsi intorno ai 1,9 miliardi, al netto degli oltre 300 milioni già versati a gennaio come anticipo. Ma al di là delle cifre, quello che conta sapere è che Atlante ha già speso per la Popolare di Vicenza quasi 1,8 miliardi di euro lo scorso anno e il Tesoro ha fornito le garanzie necessarie per sostenere la liquidità attraverso l’emissione di nuovi bond senior. Non avrebbe quindi senso che Atlante abbandoni la Popolare di Vicenza a metà del lavoro svolto finora. Circolano anche voci, come scaturito da recenti colloqui fra il Ministro dell’Economia Padoan e il Ceo Fabrizio Viola sulla possibilità di concedere alle banche benefici tramite imposte differite per un anno (in cambio del sostegno di Atlante alle venete). Ma ciò è strettamente dipendente dalle dinamiche di finanza pubblica e da quanto sarà possibile concedere su questo fronte.

L’interesse generale, alla fine, sarà quello di coinvolgere il meno possibile i contribuenti nel salvataggio delle banche venete.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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