E’ in corso di emissione nella giornata odierna un Eurobond del Bahrein, la più piccola economia del Golfo Persico. Stando alle indiscrezioni raccolte tra personalità vicine al dossier, le tranche sarebbero tre: a 7, 12 e 30 anni. Pur non essendo stati specificati gli importi di ciascuna, la denominazione di Eurobond implicherebbe dimensioni di almeno 500 milioni di dollari. Sono stati incaricati del collocamento Bank ABC, Citigroup, Gulf International Bank, HSBC, JP Morgan, National Bank of Bahrein e Standard Chartered in qualità di joint lead managers e bookrunners.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale, quest’anno il Bahrein registrerà un deficit al 9,2% del PIL. L’emirato ha bisogno di quotazioni del petrolio sopra i 90 dollari al barile per centrare l’obiettivo del pareggio di bilancio, un livello nettamente superiore agli attuali 55 dollari del Brent. Non a caso, il Bahrein ha un rating sovrano “non investment grade”: B+ per S&P e Fitch, B2 per Moody’s. In teoria, quindi, ci si espone a un elevato rischio di credito, oltre a quello relativo al cambio euro-dollaro.

Bahrein a caccia di dollari con un nuovo bond per arginare la crisi del petrolio

Rischi reali davvero così alti?

Nel 2018, il paese fu oggetto di un “bailout” da 10 miliardi di dollari da parte degli alleati del Golfo, guidati dall’Arabia Saudita. Malgrado tali aiuti, i suoi conti pubblici restano allarmanti proprio per l’eccessiva dipendenza dal petrolio. Alla fine dello scorso anno, infatti, il debito pubblico dovrebbe essersi assestato al 110% del PIL. Era solamente al 30% una decina di anni prima. Il deterioramento fiscale è stato veloce e grave a partire dal 2014, anno in cui le quotazioni petrolifere collassavano per l’eccesso di offerta sul mercato globale.

Non a caso, il bond con scadenza 26 gennaio 2026 e cedola 7% (ISIN: XS1324931895), pur recuperando il 30% dai minimi toccati a marzo, resta un po’ al di sotto dei livelli pre-Covid e offre attualmente un rendimento intorno al 3,30%, a premio di circa 280 punti base rispetto al Treasury di pari durata.

Il rischio reale, tuttavia, non si mostra così elevato come si evincerebbe dai soli dati macro. Gli alleati sauditi, in particolare, continueranno a soccorrere il Bahrein per via dell’alleanza strategica anti-iraniana di cui questo paese fa parte.

Certo, il sostegno delle petro-monarchie non potrà essere eterno e già sono diversi gli stati dell’area che stanno avviando riforme economiche per migliorare i conti pubblici e sganciarsi parzialmente dal greggio. Ad ogni modo, lo spettro del default resta lontano e con la ripresa attesa delle quotazioni petrolifere dopo il Covid, anche le entrate fiscali del Bahrein dovrebbero trovare sollievo. Non sfuggirà ai più la tempistica dell’emissione, a un giorno esatto dall’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca. In effetti, il Golfo Persico cerca di capire ancora quale possa essere la politica estera della nuova amministrazione e per evitare spiacevoli sorprese, il Bahrein ha preferito indebitarsi prima, che non farlo dopo a costi magari più alti per via della mutata geopolitica ai danni dell’alleanza anti-Iran.

Dal Bahrein un bond allettante per rendimento e con profilo di rischio medio-alto

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