I bond svizzeri sono rinomatamente avidi di rendimento da anni. La loro curva segnala che non sia possibile ad oggi cercare di ottenere rendimenti sopra lo zero neppure investendo sulla scadenza a 50 anni. Altro che Germania! D’altronde, la Svizzera è il porto sicuro per eccellenza, rifugio dei capitali nelle fasi problematiche per l’economia mondiale. Questo non significa che non sia possibile fare soldi sul mercato obbligazionario elvetico. E ve ne daremo prova con un esempio pratico.

La scadenza sovrana più longeva tra i bond svizzeri è quella che sarà rimborsata in data 25 giugno 2064 e che offre una cedola del 2% (ISIN: CH0224397007).

Venerdì scorso, la sua quotazione sfiorava la soglia di 205, ma solamente il 17 novembre scorso, cioè poco più di due settimane prima, si attestava sotto 191,50. In pratica, se a novembre avessi voluto acquistare 1.000 franchi di bond svizzeri a 50 anni, avrei dovuto spenderne 1.914,60. E dato il tasso di cambio superiore a 1,05 di allora, avrei speso 1.822,39 euro.

Bond svizzeri, ecco i guadagni

Se immaginiamo che venerdì scorso avrei rivenduto il titolo, avrei incassato 2.048,20 franchi, grazie al fatto che la quotazione nel frattempo si è apprezzata del 7%. Non solo. Il tasso di cambio è sceso sotto 1,04, per cui avrei ottenuto dopo la conversione 1.971,13 euro. In pratica, avrei guadagnato quasi 149 euro. Infine, avrei maturato per il brevissimo periodo di detenzione una quota della cedola, pari ad altri 0,84 euro. Tirando le somme, il mio guadagno complessivo sarebbe stato di quasi 150 euro, ovvero dell’8% rispetto all’investimento.

Com’è stato possibile? Con l’aumento delle preoccupazioni circa la diffusione dei contagi e, da ultimo, sulla variante Omicron, i “safe asset” come i bond svizzeri hanno ritrovato ancora maggiore appeal di quanto ne avessero già. Gli investitori hanno guardato allo stato alpino per cercare di mettere i loro capitali al riparo da possibili tensioni. Ciò ha spinto i prezzi dei titoli da un lato e il franco svizzero dall’altro, quest’ultimo ormai ai massimi da sei anni e mezzo contro l’euro, con il risultato di avere esitato guadagni considerevoli e in poche settimane a favore degli obbligazionisti.

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