AMCO, società del Tesoro attiva nella gestione dei crediti problematici, ha lanciato oggi un’offerta per il riacquisto di obbligazioni senior preferred unsecured emesse nel 2020 con scadenza il prossimo 17 luglio 2023 (ISIN: XS2206380573) da 1,25 miliardi di euro. Il bond AMCO sarà riacquistato per l’importo massimo di 400 milioni e ad un prezzo pari a 99,60 centesimi rispetto al valore nominale. La società corrisponderà ai possessori anche gli interessi maturati fino al giorno precedente alla data di regolamento fissata.

Il bond AMCO oggetto dell’offerta fu emesso nel luglio del 2020 con una cedola fissa annuale lorda dell’1,50% e ad un prezzo di 99,752 centesimi.

Pertanto, il rendimento iniziale alla scadenza non arrivò all’1,60%. Invece, attualmente il titolo tratta sul mercato secondario a 99,86 centesimi, corrispondente a un rendimento alla scadenza del 4,05%. Pertanto, ai possessori converrebbe rivenderlo all’emittente ad un prezzo di poco inferiore alla pari e superiore a quello di mercato. A meno che non lo avessero acquistato a prezzi superiori a quelli offerti.

Ad occuparsi del riacquisto sono Morgan Stanley, Société Générale e Unicredit. Al contempo, sempre AMCO ha affidato a Equita Sim, Mediobanca, Morgan Stanley, Société Générale e Unicredit l’emissione di un nuovo bond per l’importo di 500 milioni di euro. Avrà durata di 4 anni, rating attesi BBB da S&P e Fitch e rendimento atteso in area tasso midswap + 160 punti base. Se le previsioni saranno rispettate, il nuovo bond AMCO offrirebbe il 4,50-4,60%. In questo caso, staccherebbe verosimilmente una cedola annua lorda del 4,50%.

Nuovo bond AMCO a premio sul BTp

Allo stato attuale, il BTp a 4 anni rende al 3,60-3,65%. Pertanto, il bond AMCO offrirebbe un premio di 90 punti base o 0,90% sul titolo di stato di pari durata. Va detto che la maggiore tassazione al 26% contro il 12,50% ridurrebbe il premio effettivo a circa lo 0,20%.

Quanto al rischio di credito, teniamo conto che l’emittente sia una società controllata dal Tesoro. Essa è attiva sul mercato dei crediti deteriorati. In pratica, rileva i prestiti erogati dalle banche commerciali e che presentano difficoltà in fase di riscossione. Chiaramente, li paga meno del loro valore nominale, ma più di quanto li pagherebbe qualsiasi investitore privato. In questo modo, AMCO consente alle banche italiane di cedere i propri crediti e fare pulizia dei bilanci incorrendo in perdite inferiori a quelle che accuserebbe vendendo sul mercato.

In teoria, essendo un veicolo statale, AMCO può prendersi maggiore tempo per riscuotere i crediti a rischio, riuscendo ad ottenere percentuali di recupero non dissimili da quelle che otterrebbe il mercato. D’altra parte, le eventuali perdite sarebbero accollate ai contribuenti. Con le due operazioni comunicate in queste ore, la società punta a migliorare il proprio profilo debitorio, di fatto allungando le scadenze medie dei bond. Al netto del riacquisto, la liquidità aziendale salirebbe di 100 milioni.

[email protected]