Inizia a riprendere quota il lavoro sulla nuova rottamazione delle cartelle esattoriali. La misura potrebbe trovare spazio nella prossima legge di Bilancio, fortemente voluta dalla Lega, che ha già depositato un progetto di legge in Senato.
Rispetto alle prime ipotesi, però, emergono novità importanti sulla versione aggiornata della cosiddetta rottamazione quinquies, che potrebbe introdurre cambiamenti significativi.
Nuova rottamazione cartelle: saldo e stralcio e maxi rata iniziale
Attualmente è in vigore la rottamazione quater, alla quale i contribuenti indebitati continuano ad aderire pagando le relative rate della rottamazione, l’ultima delle quali, scaduta il 31 luglio, è pagabile fino al 5 agosto.
Tuttavia, la rottamazione quater ha mostrato alcune criticità che, secondo molti, ne hanno determinato il flop in termini di:
- numero di richieste;
- eventi di decadenza successivi.
I problemi principali erano:
- Le due maxi rate iniziali, pari al 20% del debito complessivo.
- La rateizzazione limitata a un massimo di 18 rate trimestrali.
Con la rottamazione quinquies, l’obiettivo iniziale era eliminare queste criticità, introducendo:
- 120 rate mensili, pari a 10 anni di dilazione;
- rate di uguale importo;
- assenza di interessi di dilazione e di maxi rate iniziali.
Maxi rata iniziale e nuovo piano di dilazione: cosa cambia
Le ultime indiscrezioni, però, indicano un cambio di rotta: la rottamazione quinquies potrebbe includere:
- un nuovo saldo e stralcio;
- una maxi rata iniziale, seguita dalle rate mensili ordinarie.
L’obiettivo è completare l’iter entro la legge di Bilancio 2026, mantenendo una rateizzazione lunga delle cartelle esattoriali ma introducendo:
- una selezione dei beneficiari;
- priorità a chi ha debiti superiori a 50.000 euro;
- rata iniziale pari al 5% del debito complessivo per poter aderire.
Cosa cambia con la nuova pace fiscale
In sintesi, si prospetta quanto segue.
- Sanatoria per chi ha debiti elevati, con rottamazione quinquies e maxi rata iniziale.
- Provvedimento parallelo per i debiti più bassi, ancora in fase di definizione.
Quest’ultimo si configurerebbe come un nuovo saldo e stralcio per le cartelle sotto i 1.000 euro di imposta, che potrebbe concretizzarsi in due modi:
- cancellazione automatica delle cartelle più vecchie o per soggetti non solvibili (ipotesi di condono).
- pagamento semplificato con sconti consistenti, così da azzerare i debiti e permettere allo Stato di incassare il possibile.
Il ragionamento è semplice: le cartelle di importo basso spesso sono più costose da riscuotere che da incassare. Il rischio, infatti, è di spendere più per la riscossione di quanto effettivamente recuperato.