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Oggi: 05 Dic, 2025

Nel 2026 in pensione a 64 anni: c’è chi è già sicuro di andarci, ecco i fortunati

Come funzionerà la pensione a 64 anni nel 2026 e chi sarà sicuro di andarci a prescindere dall'operato del governo.
4 mesi fa
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pensione a 64 anni
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Tra le varie ipotesi di interventi normativi sulle pensioni, una sta attirando particolare attenzione: l’estensione a tutti della pensione anticipata contributiva attualmente in vigore. Andare in pensione a 64 anni nel 2026 potrebbe diventare una soluzione più appetibile per molti lavoratori e per una platea molto più ampia di contribuenti rispetto a oggi.

Al momento, però, è certo che nel 2026 potranno andare in pensione a 64 anni solo coloro che rientrano nelle misure già confermate, mentre per tutti gli altri sarà necessario attendere le novità, se arriveranno, con la prossima legge di Bilancio. Ma chi sono i lavoratori che avranno la sicurezza di accedere alla pensione a 64 anni?

Nel 2026 in pensione a 64 anni: c’è chi è già sicuro di andarci, ecco i fortunati

Andare in pensione a 64 anni significa lasciare il lavoro con 3 anni di anticipo rispetto ai requisiti ordinari della pensione di vecchiaia (oggi fissata a 67 anni).

Se poi si considera che nel 2027 l’età pensionabile potrebbe salire a 67 anni e 3 mesi, l’anticipo per chi andrà in pensione nel 2026 a 64 anni sarà addirittura di 39 mesi.

Definire fortunati coloro che, per contributi, carriera ed età, rientreranno nella pensione anticipata contributiva è quindi lecito. Questa misura, già oggi attiva, riguarda però una platea limitata di lavoratori, che ora analizziamo.

Ecco i certi della pensione a 64 anni nel 2026

Per il 2026, i requisiti della pensione anticipata contributiva resteranno invariati, poiché si tratta di una misura strutturale del sistema. Anche se si discute di un’eventuale estensione a chi oggi è escluso, è improbabile che si modificheranno i requisiti per coloro che già possono accedervi.

I requisiti sono:

  • almeno 20 anni di contributi versati;
  • 64 anni di età compiuti;
  • primo accredito contributivo successivo al 31 dicembre 1995;
  • importo della pensione non inferiore a 3 volte l’assegno sociale;
  • importo della pensione non inferiore a 2,8 o 2,6 volte l’assegno sociale per le donne con un figlio o con più figli.

I fondi pensione integrativi assumono sempre più importanza, soprattutto per questo genere di uscite anticipate

Chi nel 2026 soddisferà questi requisiti potrà andare in pensione a prescindere dalle decisioni del governo nella manovra di fine anno.

Per superare il vincolo più stringente – quello dell’importo minimo della pensione – è possibile, come già avviene oggi, utilizzare quanto maturato nei fondi pensione integrativi, a condizione di avere almeno 25 anni di contribuzione.

Nel 2026, l’assegno sociale salirà rispetto agli attuali 538,69 euro, probabilmente superando i 540 euro al mese. Ciò significa che:

  • per raggiungere la soglia di 3 volte l’assegno sociale serviranno almeno 1.620 euro al mese;
  • per le donne con un figlio, sarà sufficiente superare i 1.512 euro al mese;
  • per le donne con più figli, la soglia scenderà a 1.404 euro al mese.

In questo contesto, i fondi pensione diventano strategici. È allo studio anche il progetto di consentire l’utilizzo del TFR come dote aggiuntiva per incrementare i versamenti nella previdenza integrativa e facilitare il raggiungimento delle soglie richieste.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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