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Oggi: 05 Dic, 2025

Monte Paschi all’86,33% di Mediobanca, delisting vicino con la fusione

Monte Paschi ha conquistato l'86,33% di Mediobanca e si accinge a completare la fusione, seguita dal probabile delisting.
2 mesi fa
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Indagine su OPA Monte Paschi per Mediobanca
Indagine su OPA Monte Paschi per Mediobanca © Licenza Creative Commons

L’Offerta Pubblica di Acquisto e Scambio (OPAS) lanciata da Monte Paschi sul capitale di Mediobanca si è conclusa nella giornata di ieri e preannuncia una fusione vera e propria tra i due istituti. Al termine della riapertura dell’operazione, le adesioni hanno ammontato all’86,33% del capitale, balzando perlopiù durante l’ultima seduta dal 70,48% di venerdì scorso. L’8 settembre, quando si erano chiusi i termini per aderire, erano state pari al 62,2951%.

Fusione con Mediobanca chiara da agosto

Un successo oltre ogni aspettativa, se consideriamo lo scetticismo imperante fino ad agosto inoltrato. Il punto di svolta fu l’assemblea dei soci di Piazzetta Cuccia, che bocciò l’OPS lanciata dal CEO Alberto Nagel su Banca Generali.

A quel punto, molti azionisti compresero la china che stava prendendo l’intera situazione e iniziarono ad apportare il loro capitale in adesione all’offerta di Monte Paschi.

Verso delisting da Piazza Affari

Cosa può succedere adesso? Monte Paschi non ha l’obbligo di lanciare un’OPA sul capitale residuo, che sarebbe scattato al raggiungimento del 90%. Ciò non toglie che possa compiere ugualmente questo passo. Per il momento non c’è solo grande soddisfazione a Rocca Salimbeni per l’esito dell’operazione. Le alte adesioni consentiranno all’istituto guidato da Luigi Lovaglio di sfruttare appieno le DTA fino a 2,9 miliardi di euro. Un bel colpo sul piano patrimoniale, che va a sommarsi alle sinergie attese per 700 milioni.

Le prossime tappe saranno la nomina del nuovo consiglio di amministrazione entro il 3 ottobre dopo le dimissioni di quello ancora in carica del 18 settembre scorso. E sarà compito dell’assemblea dei soci del 28 ottobre votare per il nuovo board. Dopodiché, tira aria di delisting per Mediobanca con la fusione. Il titolo verrebbe ritirato da Piazza Affari, visto che l’istituto milanese diverrebbe a tutti gli effetti parte del gruppo Monte Paschi, pur verosimilmente conservando una certa autonomia gestionale.

Il delisting non sarebbe di per sé una buona notizia per la borsa italiana, che perderebbe una delle società quotate più grandi del listino principale. D’altra parte, ci sarebbe un assorbimento in un’altra società quotata, cioè la banca toscana. Alla fine, si riducono i soggetti, ma la capitalizzazione complessiva resta invariata. Anzi, se il progetto di Lovaglio andasse in porto, dovrebbe aumentare per scontare le suddette sinergie.

Tesoro scende sotto 5% in Monte Paschi

Con la fusione tra Monte Paschi e Mediobanca, la quota del Tesoro è destinata a scendere bruscamente. Dall’11,73% residuo dopo l’ultima quota ceduta nel novembre scorso, dovrebbe attestarsi al 4,86%. Probabile che entro il prossimo anno tale quota venga del tutto azzerata. La privatizzazione definitiva sarebbe un passo sensato dopo che Siena è stata messa in sicurezza e ha portato a compimento una delle principali operazioni bancarie sul mercato italiano da diversi decenni a questa parte, tra l’altro espugnando l’ex salotto buono della finanza.

Fusione con Mediobanca già terremota Generali

A cascata, la fusione con Mediobanca sta già avendo i suoi effetti.

In Generali si osservano già alcuni movimenti. Unicredit, che fino all’estate possedeva una quota del 6,5% rilevata nei mesi precedenti, adesso è scesa al 2%. E il CEO Philippe Donnet starebbe per abbandonare il piano per la nascita della joint venture con Natixis sul risparmio gestito. La compagnia è partecipata da Piazzetta Cuccia con il 13,20% e ne risulta così controllata. I nuovi soci forti si chiamano ora Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, e l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone. Sono presenti sia nel capitale di Monte Paschi che di Generali. Lo erano anche in Mediobanca prima di aderire all’OPAS.

La fusione tra Monte Paschi e Mediobanca non sarebbe un punto di arrivo. C’è ancora Banco BPM come possibile socio da far entrare nel gruppo per far nascere il terzo polo bancario. L’istituto di Giuseppe Castagna porterebbe in dote la neo-acquisita Anima, società di gestione del risparmio. Possibili sinergie con Generali, che a questo punto ripiegherebbe su un asset domestico, rifuggendo dall’idea di portare i risparmi a Parigi.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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