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Oggi: 05 Dic, 2025

Il modello Milano è stato un concentrato di ipocrisia politica

Il famigerato "modello Milano" si è retto sull'ipocrisia politica e ora le inchieste giudiziarie stanno facendo crollare un castello di carta.
5 mesi fa
3 minuti di lettura
Modello Milano
Modello Milano © Licenza Creative Commons

Anche il sindaco Beppe Sala risulta indagato e i reati contestati sarebbero, stando ai principali quotidiani, di false dichiarazioni su qualità proprie o di altre persone in merito alla nomina del presidente della Commissione Paesaggio, Giuseppe Marinoni, e di induzione a dare o promettere utilità riguardo al progetto “Pirellino”, vicenda per la quale sono indagati anche l’architetto Stefano Boeri e il presidente del gruppo Coima, Manfredi Catella. Lasciamo che le inchieste giudiziarie facciano il loro corso e limitiamoci a prendere atto di un altro dato politico saliente: il famigerato “modello Milano” è stato un concentrato di ipocrisia politica come raramente accade nella pur ipocrita Italia.

Come nasce il modello Milano

Il centro-sinistra amministra il capoluogo lombardo dal 2011. Fu il comunista Giuliano Pisapia a spodestare il centro-destra da Palazzo Marino nel 2011. Erano gli ultimi sospiri del berlusconismo. Dopo un solo mandato, il sindaco decise di ritirarsi e al suo posto venne candidato Sala, considerato troppo di destra per essere di sinistra e troppo di sinistra per essere di destra. La svolta avvenne con Expo 2015, un evento che l’allora governo Berlusconi era riuscito ad ottenere e di cui ha ampiamente beneficiato in città la nuova classe dirigente progressista.

Expo è centrale nella costruzione del modello Milano. Esso fece comprendere agli amministratori locali due cose. La prima fu che gli eventi di carattere internazionale portano business. E ai milanesi il senso degli affari non è mai mancato. La seconda è ancora più importante alla luce dell’inchiesta: per ammodernare una città bisogna ri-costruire; e per costruire c’è bisogno di tempi celeri. E qui casca l’asino.

Milano avrà anche una mentalità iper-efficiente, ma deve seguire norme nazionali vetuste e una burocrazia elefantiaca che non perdona nessuno.

Iter semplificato per nuove costruzioni

Ma i milanesi sono un popolo che si rimbocca le maniche anche dinnanzi all’impossibile. Con Sala il modello Milano viene perseguito all’insegna dell’aggiramento delle regole. Funzionava così: per costruire servono i permessi? Sappiamo tutti che le autorizzazioni arrivano dopo troppo tempo. Restano impantanate negli uffici del Comune, rimbalzando da una scrivania all’altra sotto gli occhi sadici di impiegati nullafacenti. Stiamo forse estremizzando, ma grosso modo è così che va in Italia. Tu vuoi costruire casa e hai tutte le carte in regola? Fai prima a fare testamento.

Figuriamoci a costruire un grattacielo. In Italia? Non scherziamo, su. E allora Sala s’inventa questa cosa qui: per costruire ex novo si applicano le norme relative alle ristrutturazioni. Servirà, in buona sostanza, solamente la Scia. Lì dove c’era un parcheggio, con questo escamotage meneghino, si potrà costruire un grattacielo. Nasce il modello Milano. Cosa c’è di sbagliato? Dipende dai punti di vista, come sempre. Diciamo che è stata una forzatura delle regole, ma che in un Paese immobile come l’Italia ha un senso politico profondo. Ripetiamo: se qualcuno ha commesso reati, sarà compito dei giudici accertarlo e ne pagherà le conseguenze penali.

Assenza di copertura politica

Il nostro ragionamento è squisitamente politico: il modello Milano si è retto sull’ipocrisia. Gli stessi partiti che a Roma sono contrari anche all’idea di allentare le norme per montare una veranda sul balcone, nella capitale economica si sono comportati in maniera diametralmente opposta. Ambientalisti di giorno e immobiliaristi la notte. E’ andato bene fintantoché tutti hanno chiuso gli occhi. Dal momento che qualcuno nelle procure ha iniziato ad avere qualcosa da ridire, ecco crollato il castello di carta. La copertura politica è venuta meno. Attenzione, proprio dai partiti che hanno amministrato in città seguendo regole alternative.

Il governo Meloni, di certo non amico della Giunta Sala, aveva varato il “Salva Milano”. Alla Camera era passato, mentre al Senato è stato affossato. La maggioranza si è vista avversata dalla sinistra in Aula e ad un certo punto ha detto: “sapete che c’è? Voi avete creato il problema e voi ne risponderete ai cittadini”. Ora tutti cadono dal pero, fingendo di non sapere come funzionasse il famoso modello Milano, strombazzato per anni tramite i media come esempio fulgido di modernità, progresso e lungimiranza.

Modello Milano e ipocrisia politica

Se la sinistra italiana non fosse ipocrita, rivendicherebbe ciò che di buono ha fatto ai piedi della Madunnina. Ed esporterebbe il modello Milano in tutta Italia, facendosi interprete di un bisogno di cambiamento che spesso è abortito sul nascere dalla complessità delle norme. Si batterebbe in Parlamento per semplificare, deregolamentare e sburocratizzare. Poche leggi semplici e snelle riducono i tempi della burocrazia e anche le occasioni di corruzione. Il cittadino ha diritto di conoscere tempi e modi per portare avanti un progetto.

Con le indagini in corso, ci sono 4.000 famiglie che tremano. In molti casi hanno persino acceso il mutuo per l’acquisto di un immobile, la cui costruzione è ora bloccata. Il modello Milano imbastito di furbizia avrebbe avuto bisogno di un imprimatur politico per reggere alle sfide della realtà italica. I partiti si sono girati dall’altra parte, nel nome di un’identità imbalsamata in parole d’ordine dei secoli passati. Troppo alto il rischio che l’eccezione diventasse la regola e che anche in Italia scoprissimo la bellezza di fare le cose in tempi non biblici.

Di cosa parlerebbe quel mondo “antagonista” se le cose finalmente si iniziassero a fare per davvero?

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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