Venerdì sera, l’agenzia di rating S&P non ha annunciato una nuova promozione per i BTp, i titoli di stato italiani. Ha confermato il suo giudizio BBB+ con outlook stabile, il quale era stato migliorato di un “gradino” nell’aprile scorso. Non c’era nell’aria alcun upgrade, per due ragioni fondamentali. Anzitutto, perché esso arriva generalmente dopo che l’agenzia annuncia il miglioramento dell’outlook a “positivo”. Secondariamente, non è accaduto alcunché di rilevante negli ultimi sei mesi che potesse accelerare i tempi e bypassare i protocolli. La crescita dell’economia italiana è rallentata, anche se il governo ha tagliato le stime sul deficit dal 3,3% al 3% del Pil per quest’anno.
BTp in serie B dal 2014
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ci aveva un po’ sperato. Sarebbe stata un’ottima notizia per il governo di cui fa parte e per il mercato sovrano. Più alto il rating, minori i rendimenti e la spesa per interessi nel corso dei mesi e degli anni. Una promozione riporterebbe i BTp in serie A, dalla quale siamo stati buttati fuori nel corso del decennio passato. Fu tra il 2013 e il 2014 che perdemmo definitivamente il rating A per finire con la tripla B. Al momento, S&P e Fitch ci assegnano BBB+ e Moody’s Baa3, che corrisponde a BBB-, appena un gradino sopra il livello “spazzatura”.
Verso upgrade di Moody’s
Molto probabile, però, che quest’ultima ci premi alla revisione del rating in programma per il 24 novembre, assegnandoci Baa2. Un ulteriore passo che ci allontanerebbe dall’area più a rischio.
Sui mercati finanziari la promozione dei BTp c’è stata già. I nostri rendimenti viaggiano agli stessi livelli dei bond francesi e ad una ventina di punti base sopra i livelli spagnoli. Con la differenza che gli Oat ancora godono di giudizi pari ad almeno tre gradini sopra i nostri bond e i Bonos sono classificati fino ad A+.
I CDS a 5 anni, che sono titoli a garanzia del capitale investito contro l’ipotesi di un default, costano ormai di più per mettere in sicurezza i titoli francesi rispetto agli italiani. Questo implica che Parigi sin dalle prossime settimane dovrà aspettarsi uno o più tagli del rating, mentre a Roma dovrebbe accadere l’opposto. Il ritorno in serie A non sarebbe solamente un atto simbolico. Ufficializzerebbe la fine della lunga crisi dello spread, che ha travolto negli anni i nostri bond e contribuito a mandare in malora l’economia italiana.
Promozione BTp successo per governo Meloni
Se entro la fine della legislatura il governo Meloni riuscisse a strappare ad almeno una delle tre agenzie un simile giudizio, potrebbe presentarsi agli elettori con un grande successo da vendere. Certo, le famiglie in gran parte neanche conoscono quale sia il nostro rating, né cosa significhi e comporti per le loro vite quotidiane. Resta il fatto che un successo sarebbe pur sempre un successo.
Per tendervi sarà necessario proseguire con una politica fiscale improntata alla prudenza e prospettare un potenziamento nel medio-lungo termine della crescita del Pil. In sostanza, riforme liberalizzatrici e che riducano burocrazia e imposte, diminuendo al contempo spese improduttive e aumentando gli investimenti in conto capitale.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
