All’inizio di questa settimana il Messico è tornato a rifinanziarsi sui mercati internazionali con l’emissione di un nuovo bond in euro in tripla tranche per 5 miliardi. Nel dettaglio, lo stato nordamericano ha raccolto 2,25 miliardi con una scadenza a 4 anni, 1,50 miliardi con una scadenza a 8 anni e, infine, 1,25 miliardi con una a 12 anni. Il Tesoro ha reso noto che i proventi dell’operazione saranno destinati a finanziare le spese generali e, in particolare, la compagnia petrolifera statale Pemex. Questa ha annunciato il lancio di un programma per il riacquisto di obbligazioni proprie per 24 miliardi di dollari entro il 2026. Intende anche rifinanziarsi senza l’aiuto dello stato dal 2027.
Bond in euro del Messico per finanziare Pemex
Stando alle indiscrezioni, l’emissione del bond in euro consentirà al Messico di finanziare parte del buyback da 9,9 miliardi di dollari nel breve termine. La compagnia è gravata da debiti per 100 miliardi e grava sulle finanze statali, tanto da deprimerne i rating: BBB per S&P, BBB- per Fitch e Baa2 con prospettive negative per Moody’s. Grosso modo, giudizi analoghi a quelli assegnati al debito pubblico italiano.
Solo che il Messico aveva un debito per il 58,4% del Pil a fine 2024, mentre l’Italia al 135,4%. Si direbbe che meriti giudizi più lusinghieri. Altri numeri ci aiutano a capire meglio. Lo stato si trovava esposto verso i creditori internazionali e in valuta estera per il 32% del Pil. Questo significa che oltre la metà del debito pubblico non è denominato in pesos. Ed è un problema per il Tesoro, che deve fronteggiare il rischio di cambio. Se dollaro, euro, ecc.
si apprezzano, il valore del debito in essi denominato aumenta e anche il pagamento delle cedole diventa più difficoltoso.
Punti deboli dell’economia messicana
Prima di svelare i dettagli sul pricing del bond in euro del Messico, dovete sapere che le riserve valutarie sono stimate in 244 miliardi di dollari. Esse servono a intrattenere relazioni commerciali e finanziarie con il resto del mondo. Il debito estero dell’intera economia ammonta a 623 miliardi per le ultime rilevazioni, anche se a breve termine risulta di 56,3 miliardi. In teoria, le riserve appaiono sufficienti a garantire i pagamenti per il breve e medio termine. Peccato per i saldi negativi della bilancia commerciale e delle partite correnti. Segnalano un tendenziale deterioramento, pur minimo, delle stesse riserve. In sostanza, l’economia importa più merci, servizi e capitali di quanti ne esporta.
E le cose possono peggiorare con i dazi dell’amministrazione Trump. L’80% delle esportazioni messicane si hanno verso il mercato del confinante a nord. La gestione dei conti pubblici lascia a desiderare negli ultimi anni. Il deficit è stato del 5,7% del Pil nel 2024, anche se atteso in calo al 4% per quest’anno. Dalla vittoria nel giugno dello scorso anno della candidata progressista Claudia Sheinbaum, attuale presidente, il cambio si mostra stabile dopo essere scivolato fino agli inizi dell’anno. In risalita i bond, con la scadenza in euro del 2033 ad essere passata da 76 a quasi 81 centesimi.
Pricing delle tranche
E veniamo al bond in euro appena emesso dal Messico. La scadenza del 2029 offre cedola fissa annua lorda del 3,50%. E’ stata prezzata a 99,857 centesimi. Il rendimento si attesta al 3,539%, +125 punti base sul tasso “mid-swap”. La scadenza del 2034 stacca cedola del 4,50% con un prezzo di emissione di 99,865. Il suo rendimento iniziale è del 4,523%, a premio di 195 punti sul tasso “mid-swap”. Infine, la scadenza del 2038 stacca il 5,125% fisso con un prezzo di emissione di 99,679. Il rendimento esitato è stato, pertanto, del 5,164% e a premio di 240 punti sul tasso “mid-swap”.
Bond in euro del Messico opportunità “cum grano salis”
Per concludere, possiamo affermare che il bond in euro del Messico si rivela interessante da un punto di vista delle cedole e dei prezzi appena sotto la pari. Se pensate che il BTp a 12 anni offre meno del 3,75%, capite l’opportunità offerta. Il rischio di cambio non esiste, ovviamente. Il rischio di credito, invece, si mostra medio-alto. Le probabilità di un default a 5 anni sono stimate meno dell’1,50% contro lo 0,60% dell’Italia. In un portafoglio obbligazionario ben differenziato, qualche obbligazione messicana ci starebbe.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
