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Oggi: 05 Dic, 2025

I mercati mandano un messaggio di sfiducia anche al Regno Unito di Starmer

Monta la sfiducia dei mercati verso il governo laburista del premier Keir Starmer. I rendimenti a 30 anni sono saliti ai massimi dal 1998.
3 mesi fa
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Sfiducia dei mercati verso governo Starmer
Sfiducia dei mercati verso governo Starmer © Licenza Creative Commons

Con il rendimento del Gilt a 30 anni salito sopra il 5,70% e ai massimi dagli inizi del 1998, ufficialmente anche il Regno Unito del premier Keir Starmer riceve un messaggio di sfiducia da parte dei mercati finanziari. In calo sotto 1,34 il cambio tra sterlina e dollaro, che guadagna quest’anno più del 7%. Tutto questo con il governo al lavoro per presentare entro ottobre il prossimo budget. Gli investitori non sanno cosa aspettarsi dal cancelliere dello Scacchiere, Rachel Reeves. A poco più di un anno dalla sua nomina, il rapporto con il premier appare logoro. Rischiò il licenziamento a luglio, evitato solo per evitare tensioni finanziarie in stile effetto Truss.

Spesa pubblica fuori controllo

La situazione politica è incandescente. Starmer ha appena annunciato un rimpasto dell’esecutivo e come capo di gabinetto al Tesoro ha nominato il fedelissimo James Murray al posto di Darren Jones. Una mossa che sembra avere commissariato Reeves, sebbene da Downing Street smentiscano tale ricostruzione. Un anno fa, aveva presentato una manovra impostata sull’aumento della spesa pubblica per quasi 70 miliardi di sterline all’anno, circa il 2% del Pil. Due terzi sono andati a beneficio della spesa corrente e un terzo della spesa per investimenti.

Le coperture finanziarie sono state e restano fragili: al 50% con aumenti delle imposte, specie a carico dei lavoratori dipendenti; per l’altra metà in deficit. Gli investitori hanno capito che, malgrado l’ampia maggioranza parlamentare, i laburisti non hanno la forza né per aumentare le entrate, né per tagliare la spesa. La dimostrazione è arrivata questa estate, quando Starmer e Reeves dovettero fare totalmente marcia indietro circa la proposta di legge per ridurre di 5 miliardi i benefici per lavoratori in malattia e disabili.

Una fronda di una cinquantina di deputati si è rivoltata, impedendone l’approvazione.

Trappola fiscale per Londra

La sfiducia dei mercati sembra essere arrivata dopo quella pessima figura del governo. I rendimenti a 30 anni da allora sono aumentati di mezzo punto percentuale. Al contrario, la sterlina contro il dollaro è scesa da 1,37 a 1,34. Come se non bastasse, l’inflazione è risalita al 3,8% a luglio, dato massimo da gennaio 2024. Si è innescato il più classico dei circoli viziosi: i rendimenti salgono per le deboli prospettive fiscali, impattando negativamente sui conti pubblici tramite l’aumento della spesa per interessi. Questa è salita a 100 miliardi di sterline l’anno, circa un decimo della spesa complessiva. Questa situazione comporta a sua volta l’aumento dei rendimenti per l’effettivo deterioramento del bilancio.

I sondaggi stanno facendo la loro parte. Se oggi si tornasse al voto, a stravincere sarebbe il Reform UK di Nigel Farrage con il 35%. I laburisti si fermerebbero al 20% e i Tories al 17%. A seguire LibDem al 13% e Verdi al 7%. Numeri che lasciano presagire quanto sarà difficile per il governo in carica assumere decisioni impopolari, rischiando una sonora sconfitta alle prossime elezioni generali come già in primavera alle amministrative. Ma senza risanamento dei conti la sfiducia dei mercati non potrà che aggravarsi.

Il deficit atteso per quest’anno viaggia al 5% del Pil. Il debito a giugno superava il 96%.

Sfiducia dei mercati in UK e Francia

Non sarebbe casuale che Starmer ed Emmanuel Macron siano i leader più attivi sul fronte ucraino. A parte essere alla guida delle uniche due potenze nucleari europee, entrambi stanno fronteggiando la sfiducia dei mercati. La politica estera si è trasformata in una via di fuga dalla realtà. A sua volta starebbe contribuendo ad acuire le tensioni finanziarie con annunci di aumenti delle spese militari in deficit. Immaginare che i laburisti riescano a spiegare agli elettori che bisognerà tagliare i servizi per finanziare il riarmo, appare un’operazione velleitaria. Gli investitori annotano e non intravedono una politica fiscale coerente e credibile a Londra come a Parigi.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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