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Oggi: 08 Dic, 2025

Meglio la rottamazione o le rate ordinarie per le cartelle esattoriali?

Meglio la rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali o le rateizzazioni ordinarie, ecco il dubbio amletico di tanti indebitati.
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Come sempre, ogni qualvolta viene introdotta una nuova sanatoria delle cartelle esattoriali — che si tratti di una rottamazione o di un saldo e stralcio — la domanda più frequente è sempre la stessa: conviene davvero aderire?

Molti contribuenti esprimono dubbi, soprattutto quando valutano soluzioni alternative come la rateizzazione ordinaria delle cartelle. Sono in tanti, infatti, a scriverci chiedendo se sia preferibile la rottamazione oppure le rate ordinarie.

Partiamo da un punto fermo: si tratta di due strumenti completamente differenti. Tuttavia, come sempre, c’è chi può trovare più vantaggiosa l’una o l’altra strada. E, rispetto alla precedente sanatoria, per come dovrebbe nascere la nuova rottamazione delle cartelle (usiamo ancora il condizionale, poiché la manovra non è stata definitivamente approvata), i dubbi dovrebbero essere molti meno.

Meglio la rottamazione o le rate ordinarie per le cartelle esattoriali?

Nel 2026 dovrebbe partire la nuova rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali. La misura è inserita nella legge di Bilancio e, al momento, sembra che siano da ritoccare solo alcuni dettagli, anche se è più realistico ipotizzare che tutto resterà come nella bozza iniziale.

Dal 20 gennaio 2026 dovrebbe essere possibile presentare la domanda di adesione alla quinta versione della sanatoria. La prima scadenza utile per il pagamento — in unica soluzione o per la prima rata, in caso di dilazione — sarebbe il 31 luglio 2026.

Per i piani di rateizzazione della rottamazione quinquies sono previste 53 rate bimestrali dopo la prima, con interessi al 4% dalla seconda rata e un importo minimo di 100 euro. Per non decadere dalla sanatoria è possibile saltare al massimo due rate.

Sull’importo totale delle cartelle rottamabili (solo quelle affidate alla riscossione dal 2000 al 2023) si applicano i tagli relativi a interessi per ritardata iscrizione a ruolo, sanzioni e aggi.

La precedente rottamazione, la quater, prevedeva massimo 18 rate trimestrali, la decadenza alla prima rata non pagata e due maxi rate iniziali pari al 20% del debito complessivo.

Ecco il paragone e perché la bilancia può pendere verso la dilazione ordinaria

Le novità della rottamazione quinquies — rispetto alla rottamazione quater — sono decisamente positive e la rendono preferibile, per molti contribuenti, alla rateizzazione ordinaria.

L’unico elemento che può far preferire la rateizzazione ordinaria è la maggiore flessibilità. Con la riforma della riscossione, dal 2026 è infatti possibile chiedere una dilazione fino a 84 rate mensili. Oppure fino a 120 rate per chi dimostra gravi difficoltà economiche.

Si tratta di rate mensili, non bimestrali, con un importo minimo di 50 euro. Non ci sono gli sconti su sanzioni, interessi e aggi tipici delle rottamazioni, ma c’è un vantaggio evidente: l’elasticità nella gestione dei pagamenti.

Con i piani di dilazione ordinari è possibile saltare fino a 8 rate, anche non consecutive, prima di decadere. Un margine più ampio rispetto alla rottamazione quinquies, che permette solo due rate non pagate.

Questa maggiore tolleranza può essere cruciale per chi teme difficoltà nel rispettare puntualmente le scadenze, soprattutto in presenza di rate elevate, derivanti da debiti importanti.

Inoltre, con la rateizzazione ordinaria è possibile dilazionare tutte le cartelle presenti nell’estratto di ruolo. E non solo quelle affidate entro il 31 dicembre 2023, come avviene invece per la rottamazione.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.