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Oggi: 12 Dic, 2025

Il limite del doppio mandato nelle regioni sarà arbitrario, ma il ricambio dei governatori è cosa buona

Ieri si è chiusa l'era di governatori "storici" in tre grandi regioni italiane, dove il limite del doppio mandato è stato vissuto con sofferenza.
2 settimane fa
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Governatori delle regioni e limite del doppio mandato
Governatori delle regioni e limite del doppio mandato © Licenza Creative Commons

Ancora prima che si chiudessero i seggi in Veneto, Campania e Puglia era certo un dato: la fine dell’era per i governatori uscenti di queste tre regioni d’Italia. Luca Zaia, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano hanno vissuto malamente l’impossibilità di non potersi ricandidare per un terzo mandato, vietato per legge. Ci hanno provato in ogni modo, ma non ci sono riusciti dinnanzi al muro del Parlamento nazionale. Con ogni probabilità, avrebbero stravinto tutti e tre se avessero corso ancora.

Limite del doppio mandato

Proprio in virtù di questa grande popolarità si è molto dibattuto nei mesi passati sull’opportunità di mantenere in vita anche per i governatori delle regioni il limite del doppio mandato. Diciamoci una cosa con estrema franchezza: esso è arbitrario e importato dall’esperienza americana, sebbene quelli che impropriamente definiamo “governatori”, da noi tali non siano.

Dispongono di poteri limitati, mentre negli Stati Uniti hanno persino diritto di vita o di morte per i condannati alla pena capitale (dove ancora esiste).

Rischio di posizioni di potere personali

Da cosa scaturisce il limite del doppio mandato? Una legge del 2010 lo introdusse per evitare che l’elezione diretta finisse per alimentare posizioni locali di potere non soltanto politico. Zaia sfuggì per un soffio al computo del suo primo mandato e di fatto è rimasto in carica come “doge” del Veneto per 15 anni ininterrotti. Possiamo affermare che da un lato sia un gran peccato che i cittadini debbano privarsi dell’esperienza apprezzata dei governatori uscenti nelle rispettive regioni. Quale che sia il giudizio politico sull’operato di ciascun uscente, nessun dubbio che un Zaia, un De Luca o un Emiliano avessero piena capacità gestionale della macchina amministrativa, di per sé complicata e dal funzionamento astruso per i non addetti ai lavori.

Tuttavia, il ricambio è necessario proprio per impedire l’attecchimento di posizioni di potere, che anche in buona fede possono finire con l’inficiare il consenso locale. Le regioni non hanno grandi poteri, come abbiamo menzionato sopra. Non per questo gestiscono poca roba. Spetta a loro amministrare la sanità, una voce del bilancio socialmente molto sensibile dal valore di 140 miliardi di euro. E le cronache giudiziarie che riguardano gli enti locali, per la stragrande parte hanno a che vedere proprio con nomine e appalti nella sanità. Poi, ci sono i fondi di coesione e in questi anni anche quelli legati al PNRR. Insomma, una marea di denaro che transitano in poche mani.

Ex governatori già ricandidabili nelle regioni

Impedire che nelle regioni ci siano gli stessi governatori per decenni, significa ridurre il rischio che si creino posizioni di potere personali. E’ una condizione necessaria, anche se non sufficiente. Attenzione, perché la legge impedisce di espletare più di due mandati consecutivi. Nulla vieterà a Zaia, De Luca ed Emiliano di ricandidarsi già da oggi alla guida delle rispettive regioni. Lo ha dichiarato esplicitamente ieri sera il veneto, commentando il successo delle 200.000 preferenze personali ottenute.

E il sospetto è che in Campania De Luca approfitti del minimo problema della Giunta Fico per farla cadere e tornare a Palazzo Santa Lucia.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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