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Oggi: 05 Dic, 2025

Legge 104: permessi senza vincoli orari, ok all’assistenza notturna (Cassazione)

La Corte di Cassazione afferma un principio importante: via libera ai permessi 104 senza vincolo di orario per l'assistenza al disabile
3 mesi fa
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permessi 104
Foto © Pixabay

Ancora una pronuncia della Cassazione sui permessi 104 e il licenziamento per giusta causa derivante dal loro abuso. Al centro della questione questa volta c’è l’uso dei permessi nelle sole ore notturne e non coincidenti con l’orario lavorativo.

In premessa ricordiamo che i permessi 104 sono un diritto dei lavoratori dipendenti. In pratica, il legislatore riconosce la possibilità per il lavoratore di assentarsi dal lavoro, senza perdere la retribuzione, al fine di assistere un familiare disabile. L’assenza può essere per tre giorni al mese, frazionabili anche in ore.

I beneficiari dei permessi 104

L’attuale normativa prevede che i permessi 104 sono riservati ai lavoratori dipendenti che assistono:

  • Genitori, inclusi quelli adottivi o affidatari, di figli con disabilità grave.
  • Coniuge, partner in unione civile, conviventi di fatto.
  • Parentela o affinità entro il terzo grado di familiari con disabilità grave.

Anche il disabile lavoratore può chiedere permessi 104 per se stesso. Ad esempio, perché ha necessità di riposarsi. Previsti, dal 2026 anche 10 ore extra di permessi 104.

L’abuso è punito

Regola vuole che i permessi 104 vadano utilizzati esclusivamente per la loro finalità. Ossia, l’assistenza al familiare disabile. L’utilizzo improprio è punibile, fino al licenziamento per giusta causa.

E proprio l’abuso spesso finisce sotto la lente della giurisprudenza, più volte chiamata a pronunciarsi sulla questione. Degna di nota è la recente Ordinanza n. 23185 del 12 agosto 2025, con cui la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento importante sull’uso dei permessi previsti dalla legge 104/1992. La decisione riguarda un tema molto discusso: se l’assistenza al familiare disabile debba coincidere con l’orario di lavoro del dipendente.

I giudici hanno stabilito che non vi è alcuna obbligatorietà di questa coincidenza, poiché la normativa non prevede limitazioni temporali sul momento in cui l’aiuto deve essere prestato.

Il caso dell’assistenza notturna

La vicenda, oggetto della menzionata ordinanza, nasce dal licenziamento di un lavoratore accusato di avere utilizzato in modo scorretto i giorni di permesso. Il dipendente era stato osservato in spiaggia, tra le 8 e le 13, in due delle tre giornate di assenza concesse ai sensi della legge 104.

Secondo l’azienda, ciò costituiva un abuso, in quanto il lavoratore non si stava dedicando all’assistenza del familiare.

Il licenziamento è stato impugnato. I giudici hanno accolto il ricorso ritenendo insufficiente la documentazione fornita dal datore di lavoro: le riprese private non erano state presentate formalmente in giudizio e non potevano dimostrare l’assenza di aiuto nelle ore serali o notturne.
Anzi, dall’istruttoria era emerso che l’assistenza era effettivamente garantita durante la notte, in relazione a precise esigenze mediche del congiunto disabile.

Permessi 104: via libera all’assenza di vincolo orario

La Cassazione ha ribadito un principio centrale: la responsabilità di dimostrare l’uso improprio dei permessi ricade interamente sull’azienda. Non bastano sospetti, indagini private non formalizzate o semplici deduzioni. Perché si configuri un abuso, occorrono prove concrete e documentate.

Ma l’aspetto fondamentale della pronuncia riguarda la libertà di articolazione dell’aiuto.

L’assistenza al familiare disabile non deve necessariamente coincidere con l’orario di lavoro del dipendente. Se le condizioni sanitarie richiedono una presenza notturna, questa è pienamente valida ai fini della legge. Il tempo dedicato può, dunque, essere distribuito in fasce diverse della giornata, purché sia effettivamente destinato alla cura della persona disabile.

La Suprema Corte ha sottolineato che non si può parlare di abuso solo perché il lavoratore non si dedica in modo continuativo al familiare o perché durante alcune ore è impegnato in altre attività. L’essenziale è che la finalità assistenziale sia rispettata. L’abuso sussiste solo quando vi siano comportamenti fraudolenti chiaramente dimostrati.

Riassumendo

  • I permessi 104 garantiscono tre giorni mensili retribuiti per assistenza a familiari disabili.
  • Possono beneficiarne lavoratori dipendenti, familiari entro il terzo grado e lo stesso disabile.
  • Dal 2026 previsti ulteriori 10 ore di permesso oltre ai tre giorni.
  • I permessi devono servire esclusivamente all’assistenza; uso improprio può portare a licenziamento.
  • La Cassazione ha chiarito: assistenza non deve coincidere obbligatoriamente con orario lavorativo.
  • Onere della prova sull’abuso ricade sull’azienda; servono evidenze concrete, non sospetti.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.