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Oggi: 05 Dic, 2025

L’Argentina vicina alla fine del default, verso un accordo con i fondi

L'Argentina di Mauricio Macri cambia passo ed è vicina a un accordo con tutti i creditori non ristrutturati, in modo da porre fine al secondo default dal 2002.
10 anni fa
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L'Argentina di Mauricio Macri cambia passo ed è vicina a un accordo con tutti i creditori non ristrutturati, in modo da porre fine al secondo default dal 2002.

 

Svalutazione peso e inflazione altre sfide di Macri

Il clima sembra cambiato. L’intesa non è ancora vicinissima con i fondi americani, ma alla portata. Questi hanno anche ottenuto la firma dell’impegno da parte del governo argentino a trattare in condizioni di riservatezza. E lo stesso presidente Mauricio Macri, al potere da meno di 2 mesi, ha evidenziato come dopo anni di scontro, si è prossimi a un’intesa con gli investitori stranieri, segnando una svolta nelle relazioni internazionali, indispensabile per accedere nuovamente ai mercati dei capitali esteri e contenere così il costo di emissione del debito. La banca centrale argentina ha siglato a sua volta un accordo con 7 banche di Wall Street, finalizzato ad ottenere un prestito annuale di 5 miliardi di dollari, garantito da titoli di stato. al fine di elevare a 30 miliardi il livello delle riserve valutarie, le quali devono fronteggiare la maxi-svalutazione del peso. Il cambio è libero di fluttuare da un mese e mezzo e ciò ha determinato un deprezzamento di oltre il 31%, che sta surriscaldando le aspettative d’inflazione.

Per quest’anno, la crescita dei prezzi è stimata dal governo tra il 20% e il 25%, ma alcuni studi indipendenti la collocherebbero più vicino al 30%. Oltre al cambio libero, infatti, Macri sta attuando una politica di ritiro graduale dei sussidi, elargiti in abbondanza sotto la presidenza Kirchner, tra i quali quelli alle bollette della luce, che saranno aumentate fino al 500% dai livelli semi-gratuiti di oggi.  

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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