La Procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati Francesco Gaetano Caltagirone, Francesco Milleri e Luigi Lovaglio per l’ipotesi di reato di ostacolo alle autorità di vigilanza e manipolazione del mercato, tramite un concerto non dichiarato in relazione alla privatizzazione di Monte Paschi e alla successiva Offerta Pubblica di Acquisto e Scambio lanciata su Mediobanca. Anche il Gruppo Caltagirone e Delfin risultano sotto indagine.
Titoli in borsa giù
Le azioni delle due banche coinvolte ieri hanno tremato in borsa. Monte Paschi ha chiuso in calo di ben 40 centesimi di euro a 8,33 euro (-4,6%) e Mediobanca di 33 centesimi a 16,75 euro (-1,9%).
Tutto sarebbe nato con l’ultima cessione del pacchetto azionario in mano al Tesoro di un anno fa e che ebbe ad oggetto il 15% del capitale di Siena. Tramite quel collocamento accelerato, in gergo accelerated bookbuilding, entrarono nel capitale Banco BPM e la controllata Anima che era già presente, mentre accrebbero la loro presenza Caltagirone e Delfin.
Esposto di Nagel, ex Mediobanca
L’operazione fu tenuta da Banca Akros, una controllata di Banco BPM, un fatto che attirò le attenzioni di alcuni protagonisti del settore bancario. Nella primavera scorsa era stato presentato un esposto da Alberto Nagel, allora CEO di Mediobanca, istituto oggetto di scalata da parte proprio di Monte Paschi. Con l’indagine della Procura di Milano esisterebbe il rischio che l’intera operazione vada a farsi benedire? La risposta è negativa. Spieghiamo meglio.
L’indagine della Procura riguarda le modalità con cui venne lanciata l’OPA di Monte Paschi sulle azioni Mediobanca. I soggetti sopra indicati avrebbero concertato prima l’ingresso o il rafforzamento nel capitale di Siena, così da poter successivamente tentare la scalata a Piazzetta Cuccia. Avrebbero dovuto comunicare questo presunto accordo alle autorità di vigilanza: Consob, BCE e IVASS. Poiché non lo hanno fatto, nel caso in cui una sentenza li ritenesse colpevoli, stando al Testo Unico di Finanza sarebbero costretti a lanciare un’OPA totalitaria su Mediobanca.
Indagine senza scossoni per operazione Monte Paschi
Tuttavia, già Monte Paschi ha lanciato un’OPAS rivolta al 100% del capitale di Mediobanca. Su questo versante, quindi, non ci sarebbero novità. E non ci sarebbero certamente con riferimento a Generali, che è controllata da Mediobanca tramite una partecipazione del 13,20%. Sommando questa quota a quelle detenute dagli stessi Caltagirone e Delfin, si resterebbe appena sotto il 30%, che è la soglia superata la quale scatterebbe l’OPA sul 100% del capitale.
In definitiva, l’indagine su quanto accaduto in Monte Paschi nell’ultimo anno non mette in forse l’esito dell’operazione. Essa risulta conclusasi e perfezionata con la consegna delle azioni da parte degli azionisti di Mediobanca che hanno aderito. L’OPA è un fatto acquisito e non sarà messa in discussione.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
