La sentenza 18940 del 10 luglio 2025 emessa dalla Cassazione conferma la retroattività dell’esenzione IMU relativa alle case e altri immobili occupati abusivamente da terzi soggetti senza averne alcun titolo di legittimità.
Per comprendere la portata del provvedimento è opportuno ripercorrere un po’ di storia. Nel nostro Paese, il fenomeno delle case occupate abusivamente è abbastanza diffuso. Un fenomeno che dal punto di vista legale risulta anche difficile e tortuoso da affrontare. Paradossalmente è il proprietario di casa che deve dimostrare, dinanzi all’autorità giudiziaria, di essere lui stesso l’unico avente diritto ad occupare quell’immobile.
E anche dal punto di vista fiscale, in particolare ai fini IMU, fino a qualche anno fa non c’era alcuna tutela.
Il proprietario di casa era tenuto a versare il tributo per l’intero periodo in cui la casa risultava abusivamente occupata da altri.
Da quando è in vigore l’esenzione IMU case occupate
La musica è cambiata a partire dal 1° gennaio 2023. Grazie alla manovra di bilancio di quell’anno, il legislatore ha inserito nell’ordinamento una nuova esenzione IMU per le case occupate illegalmente.
Un’esenzione non automatica. La norma, infatti, prevede che affinché ci sia il beneficio fiscale è indispensabile che, i proprietari, usufruttuari o detentori di altri diritti reali denuncino l’occupazione abusiva alle autorità e comunicarla al comune tramite modalità telematiche (per ora a tal fine è sufficiente la dichiarazione IMU).
Si tenga presente che, essendo l’IMU un tributo dovuto in base ai mesi di possesso, l’esenzione è valida solo per i mesi in cui l’immobile è occupato abusivamente. Regola vuole che si considera per intero il mese in cui l’occupazione supera la metà dei giorni di cui il mese stesso si compone.
La prima sentenza sulla retroattività
Già con la sentenza n. 60/2024, la Corte Costituzionale aveva affrontato la questione della retroattività della norma. Ebbene, in tale circostanza, i giudici avevano dichiarato illegittima costituzionalmente la parte del decreto legislativo del 14 marzo 2011 sul federalismo fiscale municipale, proprio laddove non prevedeva l’esenzione dell’IMU per gli immobili occupati abusivamente con denuncia tempestiva.
A fondamenta della dichiarazione di illegittimità, la Corte, evidenziava “potenziali violazioni dei principi di capacità contributiva, uguaglianza tributaria e ragionevolezza”. Veniva sottolineata “l’assenza del concreto esercizio dei poteri di disposizione e godimento del bene” rendendo, tutto ciò, non dovuta l’imposta.
Esenzione IMU case occupate: la conferma della retroattività
La dichiarazione di illegittimità di una norma del passato, ha aperto la strada al diritto di ricever il rimborso per quei contribuenti che in quegli anni, nonostante avessero la casa occupata abusivamente, hanno provveduto a pagare l’IMU.
L’orientamento è stato ora confermato anche dalla Cassazione con la sentenza 18940 del 10 luglio 2025. In tale occasione, oggetto della controversia non è stata l’occupazione abusiva di una casa bensì di un terreno.
Per completezza informativa, si ricorda che la domanda di rimborso IMU si presenta al comune in cui si trova l’immobile in questione. La tempistica è entro 5 anni dal pagamento o entro 5 anni da quando è sorto il diritto al rimborso.
Riassumendo
- La legge di bilancio 2023 ha introdotto l’esenzione IMU case (e immobili in genere) occupati abusivamente
- La norma non prede la retroattività
- La Corte Costituzionale (sentenza n. 60/2024) ha aperto alla retroattività dell’esenzione IMU case occupate
- La Cassazione, con la sentenza n. 18940/2025 conferma la retroattività della questione
- La retroattività della norma concede diritto al rimborso per i contribuenti.