Molte imprese, di questi tempi, stanno ricevendo lettere dalla RAI contenete solletico a pagare il canone annuale. Lettere che stanno arrivando anche ad imprese che non possiedono alcun apparecchio radio-televisivo.
Come comportarsi in questi casi? Cosa fare se davvero in azienda non è presente alcuna TV ed alcuna radio?
Il canone RAI continua a rappresentare una delle tasse più odiate dagli italiani. Sia in ambito privato che imprenditoriale.
La tassa, infatti, la devono pagare anche la devono pagare anche i locali aperti al pubblico e ciò anche se nel locale è presente solo la radiodiffusione.
Quindi, ci riferiamo a bar, ristoranti, alberghi, negozi commerciali, circoli e associazioni, ecc.
Più precisamente per loro si parla di “canone Rai speciale”.
Canone RAI speciale e canone RAI privato a confronto
A differenza della tassa dovuta in ambio privato (dove il pagamento della tassa è con addebito a rate in bolletta della luce), il canone RAI speciale deve essere pagato una volta l’anno mediante domiciliazione bancaria oppure versando il bollettino che arriva direttamente dalla RAI.
Inoltre, mentre il canone RAI in abito privato è pari a 90 euro annui per tutti (nel 2024 era 70 euro annui), l’importo del canone RAI speciale dipende dall’attività svolta. La tassa è dovuta per ogni unità locale. Se un soggetto è proprietario di due ristoranti con la stessa partita IVA, ed in entrambi i ristorati è presente la radio-diffusione, il canone RAI speciale deve essere pagato due volte.
La denuncia di Confartigianato
Detto ciò, tornando, alle lettere di sollecito che stanno ricevendo in questo periodo molte imprese, è scesa in campo direttamente Confartigianato a denunciare la questione.
In primis, viene rilevato che nella maggior parte dei casi la richiesta di sollecito è illegittima in quanto i destinatari sono imprese che non possiedono alcun apparecchio radio-televisivo nelle proprie unità locali.
Confartigianato denuncia anche che si tratta di un comportamento reiterato da parte della RAI. Una pratica, dice l’associazione
oltremodo scorretta in quanto probabilmente concepita per indurre le imprese a pagare pur non essendo tenute a farlo, con lo scopo di non incorrere in ulteriori accertamenti, more aggiuntive, contenziosi, ecc.
D’altronde, continua Confartigianato, negli scorsi anni già sono state trasmesse segnalazione all’Antitrust e al Garante della Privacy
E:
chiesto all’allora Ministero dello Sviluppo Economico di fornire elementi esplicativi all’Agenzia delle Entrate in merito alla definizione di apparecchi assoggettabili al pagamento del canone RAI.
Sollecito Canone RAI speciale: cosa fare per non pagare
A alle segnalazioni e richieste di Confartigianato è poi seguito il chiarimento del Ministero secondo cui:
il canone si applica al solo servizio di radiodiffusione e non alle altre forme di diffusione su portanti fisici diversi (come i tablet, gli smartphone ed i personal computer, ecc.), pertanto le imprese che non detengono nei propri locali apparecchi TV e radio trasmettitori, non sono tenute al pagamento del Canone nonostante siano pervenute le richieste da parte della RAI.
Alla luce di tutto quanto ciò, dunque, Confartigianato consiglia alle imprese che ricevono lettere di sollecito di pagamento del canone RAI speciale di comunicare all’ente della TV nazionale, mediante PEC e/o raccomandata, di non essere tenuti al pagamento.
Ovviamente il tutto a condizione che davvero in azienda e in nessuna delle proprie unità locali siano presente apparecchi radiotelevisivi.
Riassumendo
- Il canone RAI speciale è quello dovuto dalla imprese.
- L’importo dovuto dipende dall’attività svolta.
- Il pagamento non è con addebito in bolletta.
- Molte imprese stanno ricevendo solleciti di pagamento anche se non dovuto.
- Confartigianato ha denunciato la cosa e indicato come comportarsi.