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Oggi: 05 Dic, 2025

I cibi italiani più imitati nel mondo: un danno miliardario per il Made in Italy

Danni da falsi alimentari: Parmigiano, olio e vino tra i cibi italiani più copiati. Come difendere i cibi italiani veri.
6 mesi fa
2 minuti di lettura
cibi italiani

L’Italia è celebre per la sua tradizione gastronomica, ma questo successo ha un prezzo. Da anni, molti cibi italiani tipici vengono sistematicamente imitati all’estero. Si tratta di un fenomeno noto come “Italian sounding”, che consiste nell’uso di nomi, colori o simboli che evocano l’Italia, senza che il prodotto abbia davvero origini italiane. Questa pratica, che spesso rasenta la contraffazione, genera un danno economico enorme per i produttori autentici, con perdite stimate superiori ai 50 miliardi di euro l’anno.

Cibi italiani più imitati, Parmigiano Reggiano e il Parmesan

Tra i prodotti più imitati spicca senza dubbio il Parmigiano Reggiano.

All’estero è comune trovare il cosiddetto “Parmesan”, un formaggio che può avere un aspetto simile, ma è spesso realizzato con tecniche e ingredienti molto diversi. La differenza qualitativa è abissale, ma per i consumatori meno attenti può risultare difficile distinguerli. L’uso di nomi simili è sufficiente per trarre in inganno milioni di persone.

Anche la Mozzarella di Bufala Campana DOP è oggetto di falsificazioni, spesso prodotta con latte congelato proveniente da altri paesi o addirittura con cagliata industriale. Il Grana Padano, fratello “minore” del Parmigiano, subisce un destino simile, soprattutto nei mercati dove i controlli sono meno rigorosi.

Uno dei prodotti italiani più falsificati in assoluto è però l’olio extravergine di oliva. Capita frequentemente che oli di origine greca, tunisina o spagnola vengano miscelati e poi etichettati come italiani. In alcuni casi vengono addizionati con aromi artificiali o coloranti per renderli più simili all’originale.

Il caso del vino e dell’aceto balsamico

Il vino italiano, fiore all’occhiello del Made in Italy, è un altro bersaglio di imitazioni globali.

Barolo, Chianti, Prosecco e molti altri vini pregiati vengono prodotti in versioni “clone”, spesso con metodi industriali e senza alcun legame con il territorio. Le etichette imitano fedelmente quelle autentiche, ingannando facilmente il consumatore.

Anche l’aceto balsamico di Modena è oggetto di frodi alimentari: si trovano in commercio aceti colorati con caramello e arricchiti con additivi, che nulla hanno a che vedere con la lenta fermentazione tradizionale. La lista degli alimenti più copiati si completa con salumi e formaggi come il Prosciutto di Parma, il San Daniele, il Gorgonzola e l’Asiago. In molti casi, si tratta di prodotti realizzati con materie prime di bassa qualità, lavorati all’estero e poi proposti con nomi italianeggianti.

La contraffazione colpisce anche il Pecorino Romano e altri formaggi tipici regionali, spingendo i consorzi di tutela a rafforzare i controlli e avviare azioni legali internazionali. Tuttavia, la diffusione di questi falsi resta alta, specialmente nei mercati meno regolamentati.

Cibi italiani e Italian sounding: non sempre è illegale

È importante distinguere tra contraffazione e Italian sounding. La prima è un reato e implica la violazione di marchi registrati o denominazioni protette. Il secondo, invece, sfrutta astutamente nomi che “suonano” italiani, ma non violano la legge. È il caso di prodotti chiamati “Milano salami” o “Mozarella”, che giocano sull’ambiguità per vendere meglio.

Sebbene non sempre punibili, queste pratiche danneggiano l’economia italiana, confondono il consumatore e penalizzano le aziende che rispettano le regole e investono in qualità. Il primo passo per proteggersi da questo fenomeno è imparare a leggere le etichette. Un prodotto autentico riporta indicazioni precise sull’origine, la denominazione DOP, IGP o DOC, e il nome del produttore. Inoltre, è utile affidarsi a canali di vendita certificati, evitare i prezzi sospettosamente bassi e preferire marchi conosciuti.

Esistono anche applicazioni e strumenti digitali che aiutano a verificare l’autenticità dei prodotti attraverso codici a barre o QR code. Inoltre, diverse campagne di sensibilizzazione stanno nascendo per aiutare i consumatori stranieri a riconoscere il vero Made in Italy. La cucina italiana è un patrimonio culturale e commerciale di immenso valore. Proteggerla significa difendere la nostra identità, i nostri territori e migliaia di aziende che ogni giorno lavorano per offrire eccellenza. Lottare contro l’imitazione non è solo un compito delle istituzioni, ma una responsabilità condivisa da produttori, distributori e consumatori consapevoli.

In sintesi.

  • I cibi italiani più imitati nel mondo includono Parmigiano, mozzarella, olio e vino.
  • Il fenomeno dell’Italian sounding provoca gravi danni economici e culturali.
  • Leggere le etichette e acquistare consapevolmente aiuta a difendere il vero Made in Italy.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017, scrive per il web dal 2010.
Da autore letterario ha scritto il graphic novel Notteterna e la raccolta di racconti L'Orrore Dentro edita dalla Diana Edizioni.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia potrà mai replicare.

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