Qualcuno pensava che fosse tutto scontato, e invece non lo era.
Altri, al contrario, temevano di aver fatto la scelta sbagliata o di essere finiti in una specie di crudele destino.
Parliamo di chi, in questo 2025, è titolare di NASpI ma si avvicina al compimento dei 63 anni e 5 mesi: disoccupati che, avendo perso il lavoro, hanno giustamente richiesto l’indennità, sperando di poter poi andare in pensione nel 2026, una volta terminato il sussidio.
Non era affatto scontato che anche nel 2026 venisse confermata l’Ape Sociale, ma le ipotesi, le speranze e le attese si stanno trasformando in realtà:
il governo, infatti, conferma per il 2026 la pensione INPS con 30 anni di contributi per i disoccupati.
Si tratta del noto Anticipo Pensionistico Sociale, un vero e proprio “ponte” verso la pensione di vecchiaia.
“Buongiorno, sono un vostro lettore e ho un quesito sull’Ape Sociale. Ho letto che il governo l’ha confermata per il 2026, ma non ne sono certo. Sono in NASpI da settembre 2024 e la terminerò a marzo 2026. A dicembre compirò 63 anni: credo di rientrare nei requisiti per l’Ape Sociale. Potete confermarmi se è tutto a posto e se i requisiti restano gli stessi anche per il prossimo anno? Grazie.”
Il governo conferma la pensione INPS con 30 anni di contributi ai disoccupati nel 2026
Sì: l’Ape Sociale sarà attiva anche nel 2026.
È ormai una certezza, anche se formalmente la conferma definitiva arriverà con la legge di Bilancio.
Dopo la cancellazione di Opzione Donna e Quota 103 — due misure considerate ormai poco efficaci e scarsamente utilizzate —, sarebbe impensabile che il governo eliminasse anche l’Ape Sociale.
La misura resterà quindi disponibile per:
- disoccupati che hanno terminato la NASpI;
- invalidi civili con almeno il 74% di invalidità;
- caregiver che assistono da almeno 6 mesi un familiare con disabilità grave;
- addetti a lavori gravosi, che abbiano svolto tali mansioni per almeno 6 degli ultimi 7 anni o 7 degli ultimi 10.
Per queste categorie i requisiti contributivi restano gli stessi:
- 30 anni di contributi per disoccupati, invalidi e caregiver;
- 36 anni di contributi per chi svolge lavori gravosi.
L’Ape Sociale nel 2026: requisiti, regole, importi e meccanismo
Dal punto di vista anagrafico, serve un’età minima di 63 anni e 5 mesi per tutte le categorie.
L’importo dell’Ape Sociale è una pensione-ponte che accompagna il beneficiario fino ai 67 anni, quando potrà accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria.
Chi, come il nostro lettore, termina la NASpI e raggiunge i 63 anni e 5 mesi nel 2026, potrà dunque richiedere l’Ape Sociale.
Tuttavia, è importante ricordare che questa non è una pensione ordinaria, ma una prestazione temporanea con regole precise:
- non prevede integrazione al trattamento minimo, né maggiorazioni sociali o tredicesima;
- non dà diritto a reversibilità in caso di decesso;
- non si adegua al tasso di inflazione (niente perequazione);
- non consente attività lavorative, se non saltuarie: è ammesso solo lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro annui;
- l’importo massimo erogabile è di 1.500 euro al mese.
In conclusione, per i disoccupati che terminano la NASpI nel 2026, l’Ape Sociale resta la principale via d’uscita anticipata:
una misura di tutela sociale, pensata per chi si trova fuori dal mondo del lavoro ma non ancora in età da pensione piena.
Una buona notizia, dunque, per molti contribuenti che temevano di dover aspettare i 67 anni.