Rendimenti in deciso rialzo in Giappone lungo la curva dei tassi in questa prima seduta di dicembre. Il bond a 2 anni offre l’1,02% contro lo 0,97% di venerdì scorso. Supera l’1% per la prima volta dal lontano 2008. Il decennale è salito all’1,88% dall’1,80%, mentre la scadenza a 30 anni sfiora il 3,40% dal 3,35% e segna un nuovo record storico. Movimenti decisi, che in queste ore stanno rafforzando lo yen. Il cambio contro il dollaro guadagna lo 0,5% e scende a circa 155,35.
Inflazione al 3%
Alla base di questo trend vi è l’attesa per le prossime mosse del governatore Kazuo Ueda. La Banca del Giappone a dicembre potrebbe tornare ad alzare i tassi di interesse dallo 0,50% attuale. E’ quanto ha fatto intendere lo stesso responsabile della politica monetaria, tra l’altro notando che questa resterebbe accomodante. In effetti, come dargli torto con un’inflazione risalita al 3% nel mese di ottobre?
Maxi-piano di stimoli fiscali
Le previsioni sui tassi in Giappone impattano sul tratto breve della curva dei rendimenti.
Per il tratto lungo a rilevare è, invece, il timore per il debito pubblico. La nuova premier Sanae Takaichi ha varato un piano di stimoli fiscali da 21.300 miliardi di yen (circa 114 miliardi di euro). Di questi, 11.700 miliardi (circa 85 miliardi di euro) saranno finanziati ricorrendo all’aumento delle emissioni di debito per l’anno fiscale in corso che si conclude il 31 marzo 2026. Le emissioni complessive saliranno a 40.300 miliardi, pur in calo del 4,3% rispetto all’anno precedente.
La decisione del governo sta già avendo effetti anche sui rendimenti lunghi europei. Il Bund a 30 anni offre oggi il 3,37%, lo 0,24% in più rispetto a meno di un mese e mezzo fa.
E il decennale tedesco si è riportato stamane sopra il 2,70%. Poiché le emissioni di debito nel mondo saliranno e i rendimenti giapponesi sono lievitati negli ultimi mesi, sarà più difficile per i nostri bond attirare capitali dall’estero. A meno, per l’appunto, di offrire anche noi rendimenti maggiori.
Verso rialzo dei tassi in Giappone, stabili nell’Eurozona
I tassi in Giappone verosimilmente saliranno, mentre nell’Eurozona resteranno invariati nel breve periodo. E’ quanto lasciano intendere da Francoforte. Il governatore della Bundesbank, Joachim Nagel, è convinto che il costo del denaro si trovi là dove dovrebbe essere. Esso è stato portato al 2% nel giugno scorso e da allora è rimasto fermo. L’inflazione ad ottobre nell’area era scesa al 2,1%, in attesa che si conosca il dato di novembre, atteso sostanzialmente invariato.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
