Obbligazioni bancarie Obbligazioni Banca Carige (2 lettori)

sassipaolo

Chesenso's way
E' nuovamente riunito il consiglio di amministrazione di Banca Carige. La riunione e' ripresa alle 18. Convocato stamane, il consiglio si era aggiornato dopo l'informativa tenuta dall'amministratore delegato Paolo Fiorentino sull'aumento di capitale, rimanendo pero' aperto in attesa di riunirsi nuovamente sulla base dell'avanzamento delle trattative in corso con le banche del consorzio di garanzia.
MILANO (MF-DJ)--Si va verso la formalizzazione del consorzio di garanzia che dovra' sostenere l'aumento di capitale da 560 milioni di euro richiesto da Bce a Banca Carige. Secondo quanto MF-Dowjones apprende da una fonte vicina alle banche coinvolte nell'operazione, "ci sono ottimi presupposti perche' l'operazione" con la firma degli impegni degli istituti "si chiuda entro la riapertura dei mercati lunedi' 20". Il nodo principale che aveva frenato la costituzione del consorzio di garanzia (i protagonisti sono Credit Suisse, Deutsche Bank e Barclays) era legato alla mancata firma di un impegno formale da parte dei tre grandi soci Vittorio Malacalza, Gabriele Volpi e Aldo Spinelli a sottoscrivere pro-quota l'aumento in opzione. In particolare per quanto riguarda Malacalza (primo socio col 17,58% del capitale) una fonte riferisce che "l'impegno pro-quota" gia' preso da Malacalza "era ritenuta dalle banche consortili una condizione necessaria e sufficiente per garantire il sostegno all'operazione". Anche Gabriele Volpi avrebbe gia' formalizzato l'impegno a sottoscrivere l'aumento e anzi da indiscrezioni emerge che potrebbe salire fino a sfiorare il 10%. Anche la formalizzazione dell'impegno di Aldo Spinelli sarebbe in dirittura d'arrivo. Il consiglio di amministrazione e' pre-allertato per eventuali convocazioni che potrebbero arrivare anche nel corso del week-end per informative o delibere o al piu' tardi nella giornata di lunedi'. Il prospetto necessario per l'avvio dell'aumento di capitale da 560 milioni di euro di Banca Carige rimane sul tavolo degli uffici di Consob in attesa che l'istituto ligure comunichi le intenzioni sull'operazione di ricapitalizzazione.
 

Fabrib

Forumer storico
LUCA FORNOVO La Stampa
«Senza i Malacalza non ce l’avremmo mai fatta... L’Addendum (le nuove regole, ndr) della Bce ha creato un livello enorme di incertezza sul mercato e ha condizionato l’interesse degli investitori. E il caso Creval ha creato un ulteriore problema, peggiorando il quadro».
Dopo i tre giorni più lunghi, passati quasi senza chiudere occhio, Paolo Fiorentino, amministratore delegato della Banca Carige, tira un sospiro di sollievo e in un’intervista al Secolo XIX spiega le tante difficoltà con cui ha avuto a che fare ultimamente e ringrazia gli azionisti che sono stati decisivi per l’ok tanto sofferto a una maxi-ricapitalizzazione, che di fatto metterà in salvo blasone e affari della storica banca genovese. L’aumento di capitale da 560 milioni di euro di Carige si farà, forse già da mercoledì, al prezzo di 1 centesimo per azione, che corrisponde circa al 25% del valore tangibile (reale, ndr) della banca.
«La stessa sospensione del titolo in Borsa ci ha salvaguardato» ammette Fiorentino, che a lungo è stato un manager di Unicredit. Pericolo non ancora scongiurato perché la Consob sta valutando se far tornare Carige agli scambi già da domani, ma questo lo si saprà solo poco prima dell’apertura di Piazza Affari. Riguardo i presunti attriti tra il consorzio di garanzia dell’aumento e la Malacalza Investimenti, primo socio di Carige, Fiorentino cerca di smorzare le polemiche: «Non c’era un problema di disaccordo tra le banche del consorzio e il primo azionista». Ma l’ad della banca genovese ammette che il problema è stato nell’indirizzare il dialogo «tra Carige e il consorzio di garanzia. Il problema era la valutazione dell’operazione, la profilazione del rischio». Problemi evidentemente di non poco conto, visto che la famiglia Malacalza ha apposto la firma all’aumento in ritardo, all’ultimo momento, mettendo sulla graticola i vertici della Carige.
«Senza i Malacalza - sottolinea Fiorentino - non ce l’avremmo fatta, così come senza il contributo degli altri investitori della banca. Ho incassato con orgoglio la decisione di Gabriele Volpi di salire dal 6% al 9,9%». Gli imprenditori Malacalza, Volpi e Spinelli, le Coop e le fondazioni rappresentano una fetta sostanziosa dell’aumento ma non ancora sufficiente: 140 milioni su 560 sono garantiti.
Ma Fiorentino mette le mani avanti: «Ci siamo portati a casa prima l’interesse anche di altri investitori. Se Unipol entrerà non sarà ovviamente decisiva. Mentre abbiamo portato a casa investitori stabili di taglia internazionale... Un po’ anglosassoni e un po’ italiani». Sono pronti a investire infatti altri potenziali acquirenti, alcuni dei quali, oltre alle attività in vendita, come Creditis (credito al consumo) e gli Npl, puntano anche a entrare nel capitale della banca. Per Creditis ci sono diversi pretendenti, tra cui Compass (Mediobanca), mentre per i crediti deteriorati Credito Fondiario tratta in esclusiva l’acquisto di un pacchetto del valore di 1,2 miliardi lordi.
Sull’aumento resta però ancora l’incognita di cosa faranno i piccoli azionisti che rappresentano oltre il 50% del capitale di Carige. «Vedremo come si posizioneranno - spiega Fiorentino - è facile fare previsione sui soci istituzionali, meno facile è capire cosa fa il retail, che in Carige è fatto al 73% di residenti in Liguria, con un livello di affezione al brand straordinario. Io sono ottimista. Confidiamo di convincere il maggior numero a entrare». Per ora resta da vedere se anche Piazza Affari sarà ottimista.
 

Fabrib

Forumer storico
MF:
PARLA L’AD DELLA BANCA ABBIAMO SCONTATO L’EFFETTO ANNUNCIO DELL’ADDENDUM BCE MA SIAMO RIUSCITI A DRIBBLARLO Fiorentino: così sistemiamo Carige Il banchiere dopo il tour de force per sbloccare l’aumento: abbiamo convinto il consorzio con una strategia che affi anca all’offerta in opzione un private placement con istituzionali italiani ed esteri. Sicuri 300 milioni con soci, Algebris e altri (Cabrini e Gualtieri alle pagine 8 e 9)
 

angy2008

Forumer storico
come ADC parte malissimo se già i prezzi stanno sotto al prezzo di offerta. Duro lavoro per il consorzio a tirare sù i prezzi coi diritti che varranno zero.
Devo desumere che anche i subisti avranno dei diritti da esercitare o vendere se avviene o miracolo
 

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