vecchio frank
could be worse...
UKIYOE - 12
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Tōshūsai Sharaku (fine)
Ichikawa Ebizō IV nel ruolo di Takemura Sadanoshin, 1794, ōban.
Ichikawa Omezō I nel ruolo del giovane Ippei, 1794, ōban.
Nakamura Nakazō II nel ruolo del principe Koretaka, 1794, ōban.
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Il kabuki ebbe origine dalle danze di una sacerdotessa del tempio di Izumo, Okuni, e pare che la prima rappresentazione di questo tipo a essere documentata fosse avvenuta nel 1603 a Kyoto. La troupe di Okuni era esclusivamente formata da donne e il grande successo riportato può essere attribuito in parte anche al legame con i quartieri del piacere. Nel 1629 un editto proibì alle donne di recitare nel kabuki: troppi scandali e parapiglia si verificavano, anche tra samurai, per i favori delle attrici che, in realtà erano piuttosto delle prostitute. Il posto delle donne fu allora preso da avvenenti fanciulli la cui attività principale era in tutto uguale a quella delle attrici esautorate, col risultato di creare uno scandalo ancora maggiore, e nel 1652 anche i giovinetti furono banditi. Da quella data il teatro, invece che declinare a causa delle restrizioni, divenne sempre più un arte, con attori veramente tali, che si addestravano a interpretare ruoli di ambo i sessi. Si potrebbe sostenere addirittura che il kabuki sia fiorito e si sia arricchito artisticamente in parte proprio grazie alle limitazioni impostegli dall’alto. Il vincolo di impiego esclusivo di attori di sesso maschile portò alla formazione della categoria specifica degli onnagata, addestrati fin da bambini nei ruoli femminili tanto da interpretare la fragilità femminile, esasperandone certe gestualità, i fremiti, le svenevolezze, le ritrosie.
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Tōshūsai Sharaku (fine)
Ichikawa Ebizō IV nel ruolo di Takemura Sadanoshin, 1794, ōban.
Ichikawa Omezō I nel ruolo del giovane Ippei, 1794, ōban.
Nakamura Nakazō II nel ruolo del principe Koretaka, 1794, ōban.
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Il kabuki ebbe origine dalle danze di una sacerdotessa del tempio di Izumo, Okuni, e pare che la prima rappresentazione di questo tipo a essere documentata fosse avvenuta nel 1603 a Kyoto. La troupe di Okuni era esclusivamente formata da donne e il grande successo riportato può essere attribuito in parte anche al legame con i quartieri del piacere. Nel 1629 un editto proibì alle donne di recitare nel kabuki: troppi scandali e parapiglia si verificavano, anche tra samurai, per i favori delle attrici che, in realtà erano piuttosto delle prostitute. Il posto delle donne fu allora preso da avvenenti fanciulli la cui attività principale era in tutto uguale a quella delle attrici esautorate, col risultato di creare uno scandalo ancora maggiore, e nel 1652 anche i giovinetti furono banditi. Da quella data il teatro, invece che declinare a causa delle restrizioni, divenne sempre più un arte, con attori veramente tali, che si addestravano a interpretare ruoli di ambo i sessi. Si potrebbe sostenere addirittura che il kabuki sia fiorito e si sia arricchito artisticamente in parte proprio grazie alle limitazioni impostegli dall’alto. Il vincolo di impiego esclusivo di attori di sesso maschile portò alla formazione della categoria specifica degli onnagata, addestrati fin da bambini nei ruoli femminili tanto da interpretare la fragilità femminile, esasperandone certe gestualità, i fremiti, le svenevolezze, le ritrosie.