Airbnb, Uber sono fenomeni di sharing economy che non possono essere più ignorati: la regolamentazione fiscale parte dalle tasse ma include anche tanti altri aspetti. A fare un quadro della situazione attuale, è stata Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate, in audizione davanti alle Commissioni riunite IX Trasporti, poste e telecomunicazioni e X Attività produttive, commercio e turismo della Camera, in merito alla proposta di legge sulla “Disciplina delle piattaforme digitali per la condivisione dei beni e servizi e disposizioni per la promozione dell’economia di condivisione”.

Tasse Airbnb e Uber: le direttive europee

Cosa prevede la normativa europea su questo tema? Il riferimento è alla recente comunicazione n. 356/2016 con cui la Commissione Ue ha richiamato gli Stati membri ad intervenire normativamente per evitare lacune legislative, lavoro in nero ed evasione fiscale. Le linee guida richiedono:
– requisito di accesso al mercato giustificato e proporzionato;
– adozione da parte delle piattaforme di azioni volontarie dirette a contrastare i contenuti online illeciti o ingannevoli per garantire un regime di responsabilità e maggiore tutela degli utenti;
– tutela dei lavoratori autonomi e subordinati impiegati nell’ambito della sharing economy;
– applicazione della normativa fiscale al pari degli operatori professionali.

E proprio guardando al resto d’Europa, ci rendiamo conto che alcune iniziative sono state prese già. In Francia la “loi de finance” 2015, ha introdotto la possibilità di incaricare le piattaforme online della raccolta della tassa di soggiorno dovuta ai comuni, come avviene ad esempio, a Amsterdam, Washington, San Francisco e Barcellona.