In questi giorni, vi abbiamo parlato dell’impasse che si è venuto a creare con il superbonus 110% e con l’istituto della cessione del credito.
In primo luogo, secondo un recente report dell’ENEA, i fondi per il superbonus sono ormai terminati da tempo e, come se non bastasse, gli istituti hanno smesso di accettare tali crediti, in quanto hanno già raggiunto la loro capienza fiscale.
Il problema è che adesso molte aziende rischiano il fallimento. Le stesse, in alcuni casi, hanno anticipato i costi dei lavori a loro commissionati; inoltre, pur avendo in pancia migliaia di euro di crediti fiscali, questi non possono essere liquidati.


La soluzione immediata potrebbe essere la proroga e il rifinanziamento della misura, ma il governo sembrerebbe aver già bocciato questa possibile strada. Non è un mistero che lo stesso esecutivo, a cominciare dal Premier, Mario Draghi, è da sempre stato contrario a questa misura, ritenuta inefficace. La bocciatura, adesso, arriva anche dalla Corte dei conti che ha recentemente dichiarato che “il Superbonus non è sostenibile e il sistema delle agevolazioni fiscali deve essere rivisto”. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Superbonus 110%, bocciato anche dalla Corte dei conti

Come già detto in apertura, la Corte dei conti si è appena espressa in merito al Superbonus 110% e, in generale, al sistema delle agevolazioni fiscali.
Il sistema dei bonus ha visto comunicare nel biennio 2020-2021 all’Agenzia delle entrate prime cessioni di crediti e sconti in fattura per oltre 38,4 miliardi.

“Da tempo, scrive la Corte, è stato evidenziato come le spese fiscali costituiscano un elemento di distorsione del prelievo; configurando in molti casi dei benefici non giustificati per gruppi specifici di soggetti, con effetti distributivi non sempre auspicabili. Allo stesso tempo, hanno comportato una perdita di gettito rilevante, che si quantifica in alcuni punti di Pil”.

La Corte chiede una maggiore sostenibilità delle misure, che, proprio nelle fasi più difficili come quella che attraversiamo, deve poter concentrare gli interventi sulle fasce più in difficoltà.

L’intero sistema, conclude la Corte dei conti, dovrebbe essere oggetto di una revisione generale.