La riforma pensioni è ufficialmente rimandata. A dirlo sono le misure contenute nella manovra di bilancio 2023 approvata dal Consiglio dei Ministri nella nottata appena trascorsa.

Il prossimo anno, resta ancora il sistema delle Quote (non è però Quota 102 ma sarà Quota 103). Confermata anche opzione donna ma con delle modifiche e si proroga Ape social. Si tratta di provvedimento che consentono, ancora per un anno, di tamponare ed evitare l’immediato ritorno alla legge Fornero (il che significherebbe pensionamento con 67 anni di età).

Intanto il 31 dicembre 2022 finisce Quota 102, che ha avuto vita solo per un anno. In pratica, questo sistema permette di lasciare il mondo del lavoro in anticipo per chi entro il 31 dicembre 2022 maturi:

  • 38 anni di contributi
  • e 64 anni di età.

Chi raggiunge tali requisiti “cristallizza Quota 102”. Nel senso che può decidere di continuare a lavorare e poi andarsene in pensione in futuro sfruttando, comunque, il raggiungimento delle condizioni per Quota 102. In altre parole una volta raggiunti i requisiti alla pensione con Quota 102 tale diritto si intende acquisito e non si perderà mai.

Il debutto di Quota 103

La Quota 102 è stata introdotta come transitoria dopo la fine di Quota 100 avventa il 31 dicembre 2021 (ossia possibilità di pensione per coloro che, entro il 31 dicembre 2021, avessero maturato 38 anni di contributi e 62 anni di età).

Nel 2023, sparisce anche Quota 102 ma debutta Quota 103. La manovra di bilancio del prossimo anno, infatti, prevede un nuovo schema di anticipo pensionistico che consentirà di andare in pensione con

  • 41 anni di contributi
  • e 62 anni di età anagrafica.

Quota 103, dunque, sembra rappresentare un primo passo verso quella Quota 41 secca che fortemente vuole una parte del Centrodestra (la Lega di Salvini in particolare), ossia possibilità di lasciare il mondo occupazionale per tutti con 41 anni di contributi senza guardare l’età anagrafica.

Le altre proroghe (Opzione donna e Ape social)

Ad ogni modo la stessa manovra di bilancio 2023 prevede anche una decontribuzione del 10% per coloro che, nonostante maturino i requisiti per Quota 103, dovessero decidere di restare a lavoro.

Prorogata per il 2023 anche Opzione donna con modifiche (ossia, possibilità di pensione a 58 con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi) e confermata Ape sociale per i lavori usuranti.

Ricordiamo che attualmente la formula Opzione donna, permette il pensionamento con 35 anni di contributi e

  • 58 anni di età (se lavoratrici dipendenti)
  • 59 anni di età (se lavoratrici autonome).

Non c’è, invece, traccia nella manovra di una Opzione uomo.