Non è detto che quota 102 vedrà la luce il prossimo anno. La riforma pensioni per il dopo quota 100 che termina a fine 2021 sembra più un tampone buttato lì in fretta e furia per evitare lo scalone con la Fornero.

Un passaggio quasi obbligato quello di quota 102 per far vedere che ci si preoccupa dei lavoratori che non hanno potuto rientrare in quota 100 per pochi mesi, forse settimane o anche solo qualche giorno. Ma non è così.

Quota 102 ancora in bilico, tanti dubbi all’orizzonte

Il governo propone l’uscita dal lavoro a 64 anni con almeno 38 di contributi versati al posto di quota 100.

Ma solo per 12 mesi. Così a beneficiare di quota 102 sarà una ristretta platea di lavoratori. Secondo i calcoli si restringe ai nati alla fine degli anni ’50, circa 15.000 persone.

Una vera e propria riforma pensioni che aggiusti il tiro sulle regole Fornero ancora deve essere fatta e non è detto che si farà. Benché le trattative fra governo e sindacati siano state intavolate per affrontare il tema il prossimo anno.

Ma a gelare gli animi ci pensa anche la Corte dei Conti che fa alcune proiezioni di spesa per quota 102 dicendo sostanzialmente che non ne vale la pena. Meglio puntare tutto sull’allargamento di Ape Sociale nel 2022.

Come andare in pensione nel 2022

Quindi a poche settimane dall’approvazione della legge di bilancio che conterrà le novità in tema di pensioni, sembra che poco o nulla cambierà il prossimo anno. E quota 102 potrebbe non vedere la luce.

Di certo si tornerà a considerare il pensionamento con le regole della Fornero (uscita a 67 anni con almeno 20 di contributi o pensione anticipata con 41-42 anni e 10 mesi di lavoro indipendentemente dall’età).

Ci sarà poi Opzione Donna (in pensione a 58-59 anni di età con 35 di contributi) che sarà valida anche per il 2022. Ma la pensione sarà calcolata solo col sistema contributivo.

Arriverà poi anche l’allargamento di Ape Sociale per cui l’anticipo pensionistico a 63 anni sarà concesso anche a una più vasta platea di lavoratori usuranti. Sarà il Parlamento a indicare nella legge di bilancio chi e quanti potranno beneficarne oltre alle 15 categoria finora comprese.