Quanto tempo dopo il divorzio ci si può risposare? E’ possibile superare il limite previsto di 300 giorni? Si, ma pagando una multa. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Divorzio e secondo matrimonio: quanto tempo deve passare?

La legge non nega una seconda possibilità a chi dopo il divorzio vuole risposarsi. Tuttavia per le donne è previsto un tempo minimo tra un matrimonio finito e uno iniziato di 300 giorni (così come nel caso di annullamento del primo matrimonio o di morte dell’ex marito).

Perché?

Lo scopo della norma è quello di garantire la certezza della paternità in caso di una eventuale gravidanza e da qui si comprende la previsione di eccezioni quando è possibile escludere lo stato di gravidanza o se ad esempio si può dimostrare che il marito non ha convissuto con la moglie nei 300 giorni precedenti o ancora in caso di annullamento per matrimonio non consumato o impotenza del marito. Più volte, quindi, è stato sottolineato il carattere anacronistico della norma in un’epoca come quella odierna in cui, rispetto al periodo in cui è stato scritto il Codice Civile, di certo i rapporti extra coniugali sono più frequenti o almeno più noti tanto da non scandalizzare poi tanto.

Seconde nozze, ecco quando si rischia la multa e quanto si paga

Ma se non si rispettano i 300 giorni tra la fine di un matrimonio e l’inizio dell’altro che cosa succede? L’unica conseguenza prevista a ben vedere è una multa che va da 20 a 82 euro. Non viene quindi in nessun modo compromessa la validità del matrimonio contratto. Un importo tanto irrisorio difficilmente rappresenta un freno per chi vuole risposarsi senza aspettare trecento giorni dal divorzio.

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